19 Aprile 2024 07:29

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19 Aprile 2024 07:29

IMPERIA – CASO DEPURATORE. IL TAR DÀ RAGIONE AL COMUNE SUI COSTI DI GESTIONE, FERRERO A UN PASSO DALL’ADDIO / DETTAGLI

In breve: La Siba perciò continuerà a gestire il depuratore alle condizioni del comune, circa 30 mila euro al mese, sino a quando l'ente non sarà in grado di sostituirla o affiancarla ad un'altra società che dovrebbe essere pubblica: Rivieracque o Amat.
Collage depuratore panero abbo
Da sinistra: l’assessore Guido Abbo e l’avvocato Enrico Panero

Imperia – Il T.A.R. Liguria ha rigettato il ricorso della Siba Spa, la società che gestisce il depuratore cittadino, contro le determine dirigenziali comunali di affidamento temporaneo dello stesso. Il comune, assistito dall’avvocato amministrativista Enrico Panero, ha sostenuto la validità del contratto stipulato tra le parti nel lontano 1989  che prevedeva la costruzione e la gestione provvisoria di un anno dal termine dell’opera per il collaudo con spese a carico dell’ari più altri cinque di gestione ordinaria.

Il Comune nel corso della diatriba si è reso disponibile a riconoscere il 100% dell’adeguamento Istat alla Siba ma quest’ultima ha avanzato una richiesta molto superiore( 940 mila euro annui) al canone previsto dal contratto (circa 360 mila annui) giustificando la richiesta con l’aumento dei costi di gestione.

Se in un primo momento l’ATI sembrava essere intenzionata ad affidarsi ad un accertamento tecnico preventivo richiesto al tribunale ordinario di Imperia, nelle scorse settimane è arrivata la brusca decisione di abbandonare il sito da parte di uno dei due soci, la Ferrero Attilio Costruzioni Spa.

La Siba perciò continuerà a gestire il depuratore alle condizioni del comune, circa 30 mila euro al mese, sino a quando l’ente non sarà in grado di sostituirla o affiancarla ad un’altra società che dovrebbe essere pubblica: Rivieracque o Amat.

“Finalmente una buona notizia – ha detto l’assessore al bilancio Guido Abbo – , purtroppo abbiamo ereditato il contratto datato 1989 e dopo che il depuratore è stato costruito a cifre folli in soli 24 anni, era previsto un periodo di esercizio (un anno, ndr) a carico dell’ATI e 5 anni di gestione.

Il contenzioso si è venuto a creare in primis sulla data di inizio del primo anno di gestione, loro dicono agosto noi ottobre del 2012, e sulle spese di gestione come la corrente elettrica. Negli anni avrebbero potuto rinegoziare il contratto con le precedenti amministrazioni e stabilire canoni diversi ma tutto ciò non è stato fatto. Capiamo che i prezzi sono cambiati con il passare del tempo ma vorrei vedere i conti. Se c’è un contratto che mi dice che devo corrispondere 20 mila euro al mese e alla società non sta bene credo che sia libera di chiedere di rescindere il contratto, così come ha fatto Ferrero. 

Se è vero che ci sono dei motivi per chiedere di essere svincolati per troppa onerosità allora lo si faccia e il Comune rimetterà a gara l’impianto. Attualmente è in corso la riconsegna dell’impianto e il dirigente sta facendo l’inventario attento degli aspetti tecnici e burocratici.

In attesa del collaudo funzionale loro continuano a gestire l’impianto. Bisogna creare dei meccanismi che permettano a Siba, che ha la tecnologia adeguata per gestire l’impianto anche da remoto, di non essere estromessa del tutto. Io sono molto cauto, il reparto idrico è un grosso problema. Il rapporto che abbiamo ereditato comprende quasi un milione di euro per tutte le spese sostenute dal comune. Proprio per questo motivo i pagamenti sono verso Siba sono sospesi”.

 

 

 

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