24 Aprile 2024 19:42

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24 Aprile 2024 19:42

IMPERIA. IL SALUTO DELLA CITTA’ A LUCETTO RAMELLA. DON RUFFINO: “CI HA INSEGNATO AD AMARE LA NOSTRA TERRA”/ FOTO E VIDEO

In breve: Don Ruffino: "Egli amava trarre dal passato cose nuove e cose antiche, gli siamo grati per l'amore e per le cose belle che ci ha tramandato come l'arte e la poesia perché rappresentano l' elevazione dell'anima"

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Imperia. Questo pomeriggio, alle 15.30 presso la Collegiata di San Giovanni ad Oneglia, si sono celebrati i funerali di Lucetto Ramella, scrittore e poeta poliedrico nel panorama ligure e soprattutto imperiese. Alla presenza di circa 100 persone fra cui i parenti, la sorella, i nipoti, il Sindaco Carlo Capacci e il Presidente della Provincia Luigi Sappa, il feretro è stato portato all’interno della chiesa dopo la benedizione di Monsignor Ruffino e di Don Alberto.

“Lucetto ha compiuto il trapasso verso l’aldilà e ancora una volta siamo qui a meditatare sul mistero della morte che non è la fine – sono queste le prime parole dell’omelia di Don Ruffino, che prosegue – Non possiamo accettare che Dio ci abbia donato dei straordinari e poi, come un bambino, finito l’entusiasmo del gioco nuovo tiri un calcio a tutto. La vita, infatti, non viene tolta ma trasformata e per questo si parla di “trapasso”. Abbiamo in natura un esempio emblematico del concetto di ” trapasso”: il seme. Quest’ultimo se non cade in terra e muore non riuscirà a germogliare e non darà frutto.

Questo nostro fratello passando su questa Terra ci ha lasciato dei ricordi ed una eredità: la testimonianza di una vita integerrima, una vita vissuta nella pace e nella serenità. Ciò non vuol dire che non sia stata una vita difficile, Lucetto era un reduce della campagna di Russia, eppure ciò che lo ha sempre caratterizzato è stata la speranza nel futuro, il proiettarsi sempre in avanti, il non prendere sempre tutto sul serio.
In questo particolare momento storico, non solo per le alluvioni ma per la sfera sociale, per il mondo ecclesiastico tutto è grigio.Tutto viene preso sul serio.  Lucetto amava sorridere sulle cose e gioire delle piccole cose. A riguardo, un amico questa mattina mi ha raccontato che la gioia che ha provato Ramella nel vedersi rinnovare la patente: queste cose non sono da interpretare come battute di spirito ma segni che ci devono far riflettere.

Dobbiamo molto a queste persone monolitiche. Per questo dobbiamo vivere e batterci per la vita. Noi siamo grati a Lucetto perché ci ha insegnato ad amare la nostra città. Il cristiano vive in questo mondo, ama la situazione particolare, siamo noi l’anima del mondo, siamo noi a dare il colore . Egli amava trarre dal passato cose nuove e cose antiche, gli siamo grati per l’amore e per le cose belle che ci ha tramandato come l’arte e la poesia perché rappresentano l’ elevazione dell’anima .
Lucetto in questo momento al di sopra di noi sorride, ma non si fermerà a quello e ci aiuterà. Lui ora capisce cose che noi ora solo possiamo intuire. L’amore non finisce“.

L’attore imperiese Antonio Carli ha poi ricordato Lucetto attraverso l’amicizia del padre e gli aneddoti che quest’ultimo gli ha tramandato: “Mio papà mi parlava della sua finezza e della sua sensibilità nascosta dal suo essere ligure, per questo leggerò una parte de “La ballata del marinaio – Il giorno che non si levò il sole.”

 

Selena Marvaldi, Isabella Ippolito

 

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