20 Aprile 2024 10:07

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20 Aprile 2024 10:07

Eutanasia, Dj Fabo: 102 indagati a Imperia per gli insulti all’ex consigliere Dulbecco. Giudice propone accordo bonario/L’udienza

In breve: Dulbecco, nel febbraio 2017, sul suo profilo Facebook scrisse: “Eliminare vite al costo di migliaia di euro non è roba da paesi civili, Hitler almeno lo faceva gratis“.

Prima udienza, questa mattina, in Tribunale a Imperia, davanti al Giudice Paolo Luppi, del procedimento che vede indagate per diffamazione 102 persone, denunciate nel luglio del 2017 da Angelo Dulbecco, ex consigliere comunale, neo dirigente nazionale dei Giovani di Forza Italia, per gli insulti sul social network facebook.

Nel dettaglio, il processo è approdato davanti al giudice dopo che Dulbecco, difeso dall’avvocato Giuseppe Fossati, oggi vicesindaco di Imperia in carica, ha presentato opposizione al decreto di archivazione del Pm Stefania Brusa.

Dulbecco, lo ricordiamo, noto per i suoi interventi provocatori, nel febbraio 2017 pubblicò un post sul proprio profilo Facebook in cui si riferiva alla nota vicenda di Dj Fabo, scrivendo: “Eliminare vite al costo di migliaia di euro non è roba da paesi civili, Hitler almeno lo faceva gratis“. Queste parole scatenarono l’ira degli utenti del social network che risposero con centinaia di commenti sotto il post, molti dei quali offensivi. Da qui la decisione dell’ex consigliere comunale, di intentare causa contro 102 persone, sostenendo di essere stato diffamato.

Insulti su facebook, 102 persone indagate: il giudice propone un accordo bonario tra le parti

Questa mattina, in aula, erano presenti Dulbecco e una decina di indagati, oltre ai legali delle parti in causa. Il giudice Paolo Luppi, vista la delicatezza del caso, inerente un tema complesso come quello dell’eutanasia, ha proposto alle parti di fare un passo indietro, cercando un accordo bonario.

L’udienza è stata rinviata al prossimo 27 febbraio per permttere alle parti di trovare un’intesa. In caso contrario sarà il giudice a prendere una decisione definitiva sul prosieguo del procedimento, o archiviazione o rinvio a giudizio per gli indagati.

Tra gli oltre 100 indagati, compaiono le più svariate professioni, dal bancario al cuoco, dal tatuatore al carrozziere, dal fonico all’infermiere, dall’educatore al pensionato, dal commesso al parrucchiere, dal barman all’operaio. Nell’elenco compaiano anche alcuni pseudonimi utilizzati su Facebook e perfino un profilo di coppia.

 

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