10 Maggio 2024 08:54

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10 Maggio 2024 08:54

Ponte Morandi: arrestato ex Ad Autostrade Castellucci. “I cavi del Morandi sono corrosi. Barriere antirumore? Incollate con il vinavil”/Le intercettazioni

In breve: La Procura di Genova si è concentrata sulle criticità legate alla sicurezza, sull'inadeguatezza dei pannelli fonoassorbenti e sull'occultazione della loro inidoneità e pericolosità al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

“I cavi del Morandi sono corrosi”. “Barriere antirumore incollate con il Vinavil”.Resina? Non ci risulta sia certificata”. “Le ribaltine scese? Gliele abbiamo ritirate su e ci siamo inventati il criterio della manutenzione”Queste alcune delle frasi intercettate dagli inquirenti nell’ambito dell’indagine coordinata dalla Procura di Genova, avviata lo scorso anno, dopo le verifiche della Guardia di Finanza sui documenti acquisiti nel corso dell’inchiesta sul crollo del Ponte Morandi, e sfociata, questa mattina, in arresti e misure cautelari nei confronti dei vertici di Autostrade per l’Italia, con l’accusa di attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture.

In particolare, sono finiti agli arresti domiciliari Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato ASPI (fino a gennaio 2019), l‘ex responsabile delle manutenzioni Michele Donferri Mitelli e l’ex direttore centrale operativo Paolo Berti. Misure cautelari anche per alcuni degli attuali manager di Autostrade: il direttore del primo tronco di Genova Stefano Marigliani, il direttore manutenzioni Paolo Strazzullo e il direttore tecnico Massimo Meliani.

La Procura di Genova si è concentrata sulle criticità legate alla sicurezza, sull’inadeguatezza dei pannelli fonoassorbenti e sull’occultazione della loro inidoneità e pericolosità al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Ponte Morandi: le intercettazioni che hanno incastrato i manager

Nell’ordinanza, lunga 106 pagine, scritta dal Gip Paola Faggioni, sono contenute alcune intercettazioni significative.

Non ci risulta che sia certificata” afferma uno degli indagati, parlando con un collega durante un riunione ASPI, riferendosi alla resina utilizzata per saldare le barriere antirumore sul Ponte MorandiLe barriere fonoassorbenti, secondo quanto emerso, non vennero cambiate “per evitare le ingenti spese che avrebbe comportato”.

La resina utilizzata per saldare le barriere antirumore, secondo le contestazioni degli inquirenti, non avrebbe avuto il necessario marchio CE. Circostanza confermata da un altro indagato in un’ulteriore intercettazione catturata dagli investigatori: “sono incollate con il Vinavil”, altre sono “sbragate”. 

La precaria condizione delle barriere sarebbe poi confermata da alcuni cedimenti verificatisi nel novembre 2016 e nel gennaio 2017. Non vi furono, però, interventi risolutori (Aspi, in una nota, ha comunicato l’avvenuta messa in sicurezza delle barriere a partire da fine 2019). Al contrario, secondo l’accusa, sarebbero stati messi in atto comportamenti per occultarne le criticità.

“Quante sono le ribaltine scese? – afferma in un’altra conversazione contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare Michele Donferri Militelli, ex direttore delle manutenzioni – E quanti i Comuni che hanno rotto il c***? Solo Rapallo ha rotto il c***. Gliele abbiamo ritirate su e ci siamo inventati il criterio della manutenzione”.

Nell’ambito dell’inchiesta sulle barriere fonoassorbenti, è emersa anche un’intercettazione scioccante relativa al ponte Morandi. Il 25 giugno 2018, meno di due mesi prima dal tragico crollo, Michele Donferri inviò un messaggio su WhatsApp all’ex AD Castellucci, affermando “i cavi del Morandi sono corrosi”. Un dettaglio che potrebbe rappresentare una svolta nell’inchiesta principale sul crollo del ponte.

Le accuse

Sono tre le accuse nei confronti degli arrestati.

  • Consapevolezza della difettosità delle barriere e del potenziale pericolo per la sicurezza stradale, con rischio cedimento nelle giornate di forte vento (fatti peraltro realmente avvenuti nel corso del 2016 e 2017 sulla rete autostradale genovese); in particolare, è emersa la consapevolezza di difetti progettuali e di sottostima dell’azione del vento, nonché dell’utilizzo di alcuni materiali per l’ancoraggio a terra non conformi alle certificazioni europee e scarsamente performanti;

  • Volontà di non procedere a lavori di sostituzione e messa in sicurezza adeguati, eludendo tale obbligo con alcuni accorgimenti temporanei non idonei e non risolutivi; 
  • Frode nei confronti dello Stato, per non aver adeguato la rete da un punto di vista acustico (così come previsto dalla Convenzione tra Autostrade e lo Stato) e di gestione in sicurezza della stessa, occultando l’inidoneità e pericolosità delle barriere, senza alcuna comunicazioneobbligatoriaall’organo di vigilanza (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti).

I legali di Castellucci commentano l’arresto con stupore e preoccupazione per un provvedimento che non si giustifica in sé e che non si vorrebbe veder finire a condizionare una vicenda, quella del crollo del Ponte Morandi, che con quella odierna non ha nulla a che vedere. È opportuno precisare, che si tratta di due vicende completamente distinte. La vicenda riguarda presunti errori progettuali ed esecutivi di alcune barriere fonoassorbenti nella provincia di Genova”.

Le precisazioni di Aspi

Aspi è intervenuta nel corso della mattinata con una nota stampa attraverso la quale ha annunciato la messa in sicurezza delle contestate barriere fonoassorbenti tra la fine del 2019 e il l’inizio del 2020 e la sospensione dal servizio dei due manager coinvolti nell’inchiesta.

L’indagine della Procura di Genova, che ha portato stamane a misure cautelari nei confronti di 4 ex manager di ASPI e di due tecnici (uno del Tronco genovese e l’altro trasferito presso il Traforo del Monte Bianco) – si legge in una nota stampa – riguarda una specifica tipologia di barriere integrate anti-rumore, denominate ‘Integautos, presenti su circa 60 dei 3000 km di rete di Autostrade per l’Italia.

La società era venuta a conoscenza delle attività di indagine lo scorso 10 dicembre 2019, a seguito di un provvedimento di sequestro di documentazione notificatole dalla Guardia di Finanza di Genova, come reso noto dalla società stessa nella successiva trimestrale.

La totalità di queste barriere è già stata verificata e messa in sicurezza con opportuni interventi tecnici tra la fine del 2019 e gennaio 2020, nell’ambito del generale assessment delle infrastrutture messo in atto dalla società su tutta la rete autostradale. Per tali infrastrutture è stato parallelamente definito a inizio 2020 un piano di sostituzione di intesa con il Dicastero concedente, articolato in tre fasi: una prima fase propedeutica agli interventi, attualmente in corso. Una seconda fase, che prevede la sostituzione delle barriere nei punti maggiormente esposti a impatto acustico, pianificata dalla seconda metà del 2021. Una successiva terza fase completerà invece la sostituzione sugli altri punti.

La spesa per la totalità degli interventi di sostituzione, pari a circa 170 milioni di euro, è già stata autorizzata dal Consiglio di Amministrazione di ASPI dell’aprile 2020 e sarà a completo carico della società. Tutte le procedure di controllo e di sicurezza, nonché le soluzioni progettuali per la sostituzione delle barriere, sono stati definiti con gli organi tecnici preposti del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.

Rispetto ai due tecnici dipendenti, la società ha attivato le procedure previste dal contratto per una immediata sospensione dal servizio. ASPI valuterà inoltre tutti gli ulteriori interventi del caso a propria tutela sulla base delle risultanze degli atti di indagine”.

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