19 Marzo 2024 09:13

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19 Marzo 2024 09:13

Renzi apre la crisi politica: IV lascia il Governo. “Democrazia non è un reality show. No a ribaltone con la destra. Conte? Nessun veto”

In breve: "Non daremo mai forma a un Governo con forze di destra sovraniste e antieuropeiste"

Matteo Renzi ha aperto ufficialmente la crisi politica annunciando questo pomeriggio, in conferenza stampa, le dimissioni dal Governo di tutti gli esponenti di Italia Viva, le Ministre Teresa Bellanova e Elena Bonetti e il Sottosegretario Ivan Scalfarotto.

Crisi di Governo: le parole di Matteo Renzi in conferenza stampa

L’annuncio delle dimissioni: “democrazia non è un reality show”

“Abbiamo convocato questa conferenza  per fare il punto sulla situazione politica del Paese e annunciare le dimissioni delle Ministre Teresa Bellanova e Elena Bonetti e del sottosegretario Ivan Scalfarotto. Credo siano momenti molto difficili. Ci vuole grande libertà, senso di responsabilità, coraggio a dimettersi. Bisogna parlare il linguaggio della franchezza, della verità. Noi viviamo una grande crisi, non politica, pandemica. Stiamo discutendo da mesi dei pericoli legati alla pandemia, alle esigenze del vaccino. Davanti a questa crisi il senso di responsabilità consiste innanzitutto nel cercare di risolvere i problemi, non nel nasconderli. Noi siamo al fianco di tutte le donne e gli uomini che stanno combattendo il virus e di tutte le famiglie che stanno vivendo il contagio o l’ospedalizzazione, ma siamo consapevoli che la nostra responsabilità è dare risposte al Paese.

La crisi politica

“La crisi politica non è aperta da Italia Viva, ma è aperta da mesi. Noi abbiamo detto, risolviamo i problemi che sono aperti: il lavoro, la sanità, le infrastrutture, le esigenze dei giovani, la cultura, la scuola. Questa è la politica. Pensare di risolverli con un tweet, con un post, con una storia su Instagram è populismo. La politica richiede il rispetto delle regole, delle forme democratiche, delle liturgie. Proprio perché c’è la pandemia occorre rispettare le regole democratiche. Perché se non lo fai la democrazia non serve più a niente. Noi non giochiamo con le istituzioni, la democrazia non è un reality show dove si fanno le veline e se ci sono dei problemi si affrontano in Parlamento, questo prevedono le nostre istituzioni”.

I tre punti cardine

“Ribadendo la fede incrollabile nel Presidente della Repubblica, nella sua persona e nel ruolo istituzionale che ricopre, noi pensiamo che bisogna affrontare i tre punti cardine che abbiamo scritto al Presidente del Consiglio.

Se le forze politiche intendono affrontare i problemi che lo facciano, senza rinviare ancora, senza continui giochi di parole, senza rinvii a comunicati roboanti sui social. La democrazia ha delle forme e se non vengono rispettate allora qualcuno deve avere il coraggio anche per gli altri, di dire che il re è nudo. Se serve dimettersi per affermare la verità. allora ci si dimette, perché noi non abbiamo paura, siamo liberi e coraggiosi”.

I tre punti sono semplici.

Il primo punto. Noi abbiamo fatto nascere questo Governo contro il Senatore Salvini, che chiedeva i pieni poteri. Non consentiremo a nessuno di avere pieni poteri.

Chiediamo di rispettare le forme democratiche. Le mancate convocazioni del preconsiglio, l’abitudine di governare con decreti legge che si trasformano in emendamenti di altri decreti legge, l’utilizzo ridondante delle direttereti unificate, l’utilizzo discutibile dell’autorità delegata ai servizi, all’intelligence, la trasformazione in show del ritorno a casa dei nostri rapiti all’estero, l’assegnazione costante alla stessa figura commissariale di tutti i principali centri di spesa legati alla pandemia e la timidezza con la quale sono state condannate le recenti manifestazioni di Washington e del loro mandante, rappresentano per noi un vulnus alle regole del gioco.

Voi direte, questi sono argomenti che non interessano ai cittadini, ma sono i cardini della democrazia. Noi non accettiamo la trasformazione della democrazia in un grande reality show.

Il secondo punto. L’emergenza non può essere l’unico elemento che tiene in vita il Governo. Rispondere alla pandemia significa avere il desiderio e il bisogno di sbloccare i cantieri, risolvere il problema della disoccupazione giovanile, riaprire le scuole, essere davvero nelle condizioni di avere una strategia unitaria sulle politiche industriali. Ci sarà un motivo se l’Italia è il Paese con il  più alto numero di morti, con il peggior livello di crollo del Pil, con il maggior numero di giorni persi di scuola. Io penso che dobbiamo darci una smossa. Questo è fare politica.

Terzo punto è quello del Recovery Plan. Noi abbiamo fatto una grande battaglia sui fondi europei. Sono state cambiate molte delle cose che avevamo chiesto. Penso alla giustizia, al turismo. Non c’è dubbio che si siano fatti passi avanti, meno bonus più investimenti. Rimane un grande problema, perché non si prende il Mes. Cosa vuoldire il Mes? Più fondi per la sanità. Se siamo in emergenza servono più fondi per la sanità. Non prenderli per un motivo ideologico è incomprensibile, ingiustificabile, irresponsabile. Irresponsabile non è chi porta avanti le proprie idee, ma chi porta avanti le proprie ideologie contro la realtà”.

“Noi pronti a dare una mano”

“Voteremo a favore dello scostamento di bilancio, voteremo a favore delle misure sul covid, saremo dalla parte del Governo, quale esso sarà, sul Decreto Ristori. Perché se chiudi un’attività devi dare ristori, soprattutto ai più piccoli, che se no muoiono. Noi siamo pronti a lavorare immediatamente, ma non siamo pronti a essere come gli altri, che pur di rimanere aggrappati a un incarico di responsabilità dicono che andrà tutto bene. Andrà tutto bene se lo faremo andare tutto bene, se la politica farà il suo mestiere. E fare il proprio mestiere non è prendere tanti like, ma fare le cose giuste che servono ai nostri figli. Siamo pronti a dare una mano, non stiamo facendo niente di irresponsabile. Stiamo dicendo che se c’è una crisi politica la si affronta nelle sedi istituzionali”.

“No a ribaltoni con la destra”

In merito a un eventuale ribaltone di Governo con un accordo con il la destra, Renzi ha risposto: “Noi non faremo mai i ribaltoni. Non daremo mai forma a un Governo con quelle forze di destra sovraniste e antieuropeiste che abbiamo sempre combattuto. E’ l’unica pregiudiziale che mettiamo. Noi non abbiamo fatto un Governo con Salvini e non mi sembra certo questo il momento di iniziare”. 

“Tocca a Presidente Conte decidere come uscire dalla crisi”

“Tocca al Presidente del Consiglio decidere quali saranno gli sbocchi di questa crisi. Noi siamo pronti a discutere di tutto, anche all’interno di questo perimetro di maggioranza. Se qualcuno non vorrà, siamo pronti ad un altro Governo, siamo pronti ad appoggiare un Governo istituzionale.  Siamo pronti ad andare all’opposizione. A noi non interessa il nostro destino politico, interessa il futuro del Paese. Se il Governo è  finalizzato all’immobilismo, not in my name. Spero che dopo questa vicenda si cominci a studiare se si ha l’altissimo onore di rappresentare il Paese. Voi dovreste ringraziare Italia Viva, si stava approvando un provvedimento fondamentale per il futuro del nostro Paese, come il Recovery Fund, senza neanche averlo letto. Il che è imbarazzante”.

Nuovo Governo Conte

“Si può fare un nuovo Governo Conte? Noi non abbiamo veti su nessuno. Ne abbiamo pregiudizi su alcuno. Ne la pretesa di spiegare al Presidente del Consiglio cosa deve fare. Andare in Parlamento è la democrazia, non è una concessione, è un elemento fondamentale. Se il Presidente del Consiglio vorrà venire in Parlamento, ci troverà in Parlamento.

Quello che deve essere chiaro è che come non c’è alcun veto da parte nostra, nessun pregiudizio, sia chiaro che per una eventuale forma diversa di maggioranza non c’è un solo nome per Palazzo Chigi. Chi dice, o tizio o voto, lui si che personalizza. Non siamo quelli che si aggrappano a un nome secco. Noi siamo interessati a rimettere in moto l’Italia per i nostri figli, non a ottenere nuovi incarichi”.

“Non credo al voto”

Non credo che si possa andare al voto, perché ci sono le condizioni in Parlamento per andare avanti”.

 

 

 

 

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