24 Aprile 2024 04:47

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24 Aprile 2024 04:47

Imperia: addio Amat, consiglio dà via libera a scioglimento. “Per il futuro no a privati nella gestione dell’acqua”

In breve: Il consiglio comunale, al termine della discussione, ha approvato la pratica con 23 voti favorevoli e 5 astenuti.

Addio Amat. Il consiglio comunale ha dato il via libera allo scioglimento e alla messa in liquidazione della storica società incaricata della gestione del servizio idrico a Imperia. Una decisione obbligata, quella del consiglio, frutto della sentenza definitiva del Consiglio di Stato, del 30 giugn0 2020, che ha stabilito l’obbligo, per Amat, di conferire tutti i propri beni a Rivieracqua, gestore unico del ciclo idrico provinciale.

Imperia: addio Amat

Il consiglio comunale, al termine della discussione, ha approvato la pratica con 23 voti favorevoli e 5 astenuti, i consiglieri di minoranza Guido Abbo, Edoardo Verda (Imperia al Centro), Fabrizio Risso e Enrica Chiarini (Partito Democratico) e Roberto Saluzzo (Imperia di Tutti Imperia per Tutti).

Claudio Scajola

“Per quanto riguarda Amat, oggi non facciamo altro che prendere atto degli atti del Commissario ad Acta conseguenti alla sentenza del Consiglio di Stato che ha ordinato ad Amat di trasferire tutti i propri beni a Rivieracqua. I valori dei beni? Saranno definiti da un confronto tra liquidatore di Amat e Rivieracqua, con il Commissaria ad Acta, e asseverati dal Tribunale di Imperia.

Per quanto riguarda Rivieracqua, è stata una gestione fallimentare. Non ha mai chiuso un bilancio in attivo in otto anni, ha speso 6 milioni di euro di consulenze. Ho trovato una società Amat peggiore, con la compartecipazione privata, rispetto al passato, quando era a gestione interamente pubblica. Non c’è dunque alcuna preclusione per quel che concerne la nuova società che si occuperà del ciclo idrico. L’importante è che la gestione sia volta all’efficienza.

Quando ero Sindaco ricordo che Amat approvvigionava la città e gli altri comuni con l’acqua del Roja, che era la fonte principale, ma non esclusiva. Oggi, invece, sono tornato a fare il Sindaco e ho scoperto che alcune fonti, a basso costo, sono quasi ininfluenti, e viene utilizzata solo l’acqua del Roja, che essendo pompata ha un costo molto superiore. Non credo, dunque, che sia stata condotta una valutazione complessiva di contenimento dei costi. Forse perché si è sempre pensato che tanto venivano scaricati sulle bollette dei cittadini”.

Roberto Saluzzo

“Quello di Amat è funerale celebrato a porte chiuse. Chi ha valutato quali beni conferire da Amat a Rivieracqua? E’ stata trasferita ad esempio anche la sede. Una scelta tecnica o amministrativa?”.

Fabrizio Risso

Sono perplesso sul socio privato per la futura gestione del ciclo idrico. Bisogna portare avanti il disegno dell’acqua pubblica. Rivieracqua credo avesse potenzialità enormi. La gestione interamente pubblica dell’acqua era e resta un’opportunità. Gestire in regime di monopolio il ciclo delle acque non solo è uno dei più importanti business, ma anche una grande prova per la società pubblica che, non credo possa avere difficoltà a reperire finanziamenti per interventi di riqualificazione e investimento. Credo inoltre che ci voglia massima attenzione per la partita dei crediti Amat-Comune, pari a 23 milioni di euro. La invito a fare un aggiornamento costante al consiglio comunale”. 

Guido Abbo

“Sulla gestione del ciclo delle acque e di Rivieracqua sono stato sempre molto critico, sia con la mia ex amministrazione che più in generale con classe politica degli ultimi anni. Si doveva lavorare insieme, tutti gli enti coinvolti, e non stare tutti arroccati sulle proprie posizioni.

Ho sentito parlare di socio privato come necessità. Qui parliamo di un monopolista che può calibrare i propri investimenti e i propri interventi sulla rete, calibrando le tariffe. Un business plan che remuneri investimenti e costi di gestione non è del tutto da escludere. La sensazione è che con un lavoro fatto bene, da persone che conoscono bene questo mestiere, si potrebbe fare a meno dell’intervento del privato”.

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