10 Maggio 2024 13:19

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10 Maggio 2024 13:19

Muore a 29 anni, in carcere a Tarascon: da Imperia la famiglia chiede un’inchiesta. “Non è stato un suicidio”/Il caso

In breve: Giallo sulla morte di un 29enne, Refiku Mata, il 17 dicembre scorso, nel carcere di Tarascon, in Francia.

Giallo sulla morte di un 29enne albanese, Refiku Mata, il 17 dicembre scorso, nel carcere di Tarascon, in Francia. Per la direzione del penitenziario l’uomo, trovato senza vita nella sua cella, sarebbe morto suicida. Ma la famiglia, residente a Imperia, non ci sta e chiede di far luce sull’improvvisa scomparsa del proprio caro.

Imperia: 29enne muore in carcere, i dubbi della famiglia

Del caso, in Francia, si occupa l’avvocato Julie Boano che, pochi giorni dopo la morte, ha effettuato un sopralluogo, con i familiari del 29enne, all’interno del carcere di Tarascon per recuperare gli effetti personali.

A preoccupare la famiglia, in particolare, un episodio avvenuto il 7 ottobre scorso, quando Refiku Mata si presentò all’udienza per l’espulsione come misura alternativa al carcere (prevedeva la scarcerazione, con accompagnamento coatto in Albania e divieto definitivo di rientro in Francia) con evidenti segni di violenza sul viso e sul resto del corpo. Nell’occasione il giudice chiese al 29enne il perché di quei segni sul corpo, senza però ottenere risposta.

“Quel giorno chiesi un’inchiesta interna al carcere, di cui però non ho mai saputo nulla – dichiara a ImperiaPost l’avvocato Julie BoanoRefiku aveva iniziato a lavorare in carcere e due giorni dopo era in programma la visita del fratello. Stava bene, insomma. C’erano stati diversi rapporti della direzione del carcere che attribuivano al Refiku la responsabilità per alcuni episodi controversi all’interno del penitenziario. Rapporti che poi hanno portato il giudice a bocciare la nostra richiesta di espulsione. Rapporti che ci hanno sorpreso perché Refiku, prima di Carascon, era stato detenuto a Nizza e non si erano mai verificate situazioni particolari. 

Refiku, comunque, sarebbe uscito nel febbraio del 2024. Non c’era nessun motivo apparente di togliersi la vita. Ora è tutto in mano al giudice istruttore e siamo in attesa che prenda una decisione, ovvero se archiviare come suicidio o se, al contrario, aprire un’inchiesta”.

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