13 Ottobre 2024 05:58

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13 Ottobre 2024 05:58

Imperia: manifesti antiabortisti, parla “Imperia al Centro”. “Concezione retrograda della maternità. Il Comune non permetta più l’affissione di locandine simili”

In breve: I cartelloni, nel frattempo, sono stati strappati e rimossi da ignoti nella giornata di ieri.

“Come associazione Imperia al Centro chiediamo che non sia più permessa l’affissione di locandine di questo tenore su spazi pubblici, comunali, e che vengano immediatamente rimosse dalle strade della nostra città”. Questo l’appello dei consiglieri di “Imperia al Centro” Guido Abbo ed Edoardo Verda in riferimento ai manifesti antiabortisti dell’associazione ProVita&Famiglia, comparsi nei giorni scorsi in città, generando polemiche e manifestazioni di sdegno.

I cartelloni, nel frattempo, sono stati strappati e rimossi da ignoti nella giornata di ieri.

Imperia: manifesti antiabortisti, parla “Imperia al Centro”

“Non si può che rimanere attoniti vedendo scorrere davanti agli occhi i manifesti antiabortisti apparsi in città.
Manifesti che recitano una provocazione ambigua “Potere alle donne? Facciamole nascere”, provocazione figlia di una concezione retrograda della maternità.

Manifesti che difendono tutto tranne che la vita di chi già è al mondo e lotta per portare a termine una gravidanza, tra imprenditrici che dichiarano di preferire le donne che hanno già fatto il ‘giro di boa’ e uno stato che concede 10 giorni per il congedo di paternità, dimostrando così a chi spetti davvero la cura dei figli.

Manifesti inaccettabili in un paese in cui quasi la metà delle strutture sanitarie che dovrebbero garantire l’interruzione volontaria di gravidanza ha più dell’80% di personale obiettore di coscienza. (Fonte Ass. Luca Coscioni)

Come associazione Imperia al Centro chiediamo, pertanto, che non sia più permessa l’affissione di locandine di questo tenore su spazi pubblici, comunali, e che vengano immediatamente rimosse dalle strade della nostra città.

A questi moralisti ‘denoartri’ che manipolano il tema della parità di genere per affermare, un rigo dopo, che una donna non ha nemmeno il diritto di scegliere, giunga, invece, tutto il nostro disdegno”.

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