2 Maggio 2024 18:14

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2 Maggio 2024 18:14

TURCHIA. GENOVESE UCCISO A COLTELLATE MENTRE ERA IN MISSIONE UMANITARIA A RIZE. ARRESTATO UN TOSSICODIPENDENTE 28ENNE

In breve: La notizia è stata confermata nella serata di ieri: un campeggiatore italiano, Giorgio Bozzo, 70 anni di Genova, è stato ucciso a colpi di pugnale in Turchia da due persone che hanno anche ferito la moglie Rita.
Immagine di repertorio: commons.wikimedia Derek Bridges
Immagine di repertorio: commons.wikimedia Derek Bridges

La notizia è stata confermata nella serata di ieri: un campeggiatore italiano, Giorgio Bozzo, 70 anni di Genova, è stato ucciso a colpi di pugnale in Turchia da due persone che hanno anche ferito la moglie Rita. Il tutto è successo in Turchia a Rize dove l’uomo era impegnato in una missione umanitaria organizzata con l’associazione “Arance di Natale Onlus” che si occupa di portare aiuti umanitari ai bambini orfani.

L’uomo era partito, come faceva da diversi anni, con altri camperisti da Genova dell’associazione, a inizio estate e la missione era passata anche dalla Georgia e dall’Armenia.  Dopo le varie tappe Giorgio, sua moglie ed altri compagni di viaggio erano dunque in procinto di fare ritorno a casa, ma avevano deciso di fermarsi una notte a Rize dove si è consumato il “vergognoso omicidio” come lo definiscono i quotidiani online turchi.

La dinamica dell’omicidio del volonatario genovese

Proprio secondo i media locali l’omicida sarebbe un tossicodipendente 28enne, Hali K. che, per rapinare i coniugi, li avrebbe accoltellati, ma nella fuga si sarebbe rotto un piede così da rendere ancora più immediate le ricerche e la cattura dell’uomo da parte delle forze dell’ordine locali.

La notizia, confermata dalla Farnesina, ha rapidamente raggiunto familiari e amici che si sono detti sconvolti per l’accaduto. Come si legge su il “Secolo XIX” alcuni colleghi dell’associazione umanitaria lo hanno descritto come una persona meravigliosa e molto piacevole per intraprendere missioni di questo tipo. L’uomo infatti aveva lavorato per anni al porto di Genova  e questo gli aveva permesso di consocere e capire tantissime lingue diverse: “Era un punto di riferimento” raccontano gli altri volontari con la voce rotta dalla commozione.

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