29 Aprile 2024 17:33

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29 Aprile 2024 17:33

Imperia: in consiglio comunale un minuto di silenzio per Giulia Cecchettin e tutte le donne vittime di violenza / Foto e video

In breve: L'intero Consiglio Comunale ha osservato un minuto di silenzio per ricordare Giulia Cecchettin, la 22enne di Vigonovo uccisa lo scorso 11 novembre dall'ex fidanzato, e tutte le donne vittime di violenza, su invito del Presidente del Consiglio Comunale Simone Vassallo.

“La violenza contro le donne è un fenomeno trasversale che riguarda tutte le classi sociali. I dati sono allarmanti, numeri impressionanti: una violenza ogni tre giorni con oltre il 75% delle violenze che nasce all’interno della famiglia ad opera del marito, il convivente, l’amante, il fidanzato, il partner o l’ex partner.

Ogni giorno ci sono donne che sono costrette a subire violenza, fisica, psicologica, sessuale, economica e sociale”. Queste le parole della consigliera Rita Elena all’apertura del consiglio comunale di Imperia.

Al termine dell’intervento, l’intero Consiglio Comunale ha osservato un minuto di silenzio per ricordare Giulia Cecchettin, la 22enne di Vigonovo uccisa lo scorso 11 novembre dall’ex fidanzato, e tutte le donne vittime di violenza, su invito del Presidente del Consiglio Comunale Simone Vassallo.

Imperia: in consiglio comunale un minuto di silenzio per Giulia Cecchettin e le donne vittime di violenza

“Mi permetto di rubarvi solo qualche minuto per ricordare Giulia Cecchettin e con lei, tutte le donne vittime di violenza – ha dichiarato la consigliera Rita Elena La violenza contro le donne è un fenomeno trasversale che riguarda tutte le classi sociali.

I dati sono allarmanti, numeri impressionanti: una violenza ogni tre giorni con oltre il 75% delle violenze che nasce all’interno della famiglia ad opera del marito, il convivente, l’amante, il fidanzato, il partner o l’ex partner.

Ogni giorno ci sono donne che sono costrette a subire violenza, fisica, psicologica, sessuale, economica e sociale.

Quella fisica colpisce il corpo delle donne; in quella psicologica, di sottomissione, ci sono offese, denigrazioni, umiliazioni, intimidazioni, minacce. Il controllo totale sulle loro vite; quella sessuale, riguarda invece l’assenza di no – non esistono no – la donna deve subire rapporti non desiderati, molestie, e per l’appunto, stupri.

Poi c’è quella economica, che colpisce l’indipendenza delle donne. Sottrazione e controllo di tutte le risorse economiche che le portano ad essere totalmente dipendenti dal narcisista nel quale si sono imbattute; ed infine la violenza sociale, atta ad isolare le donne da qualsiasi forma di contatto esterno alla coppia. Una vera e propria manipolazione. Potere e dominio sulle loro vite.

Terrificante. Forme di violenza quotidiana per migliaia di donne.

Personalmente percepisco l’urgenza di rieducare la nostra società alla non violenza cercando di creare relazioni positive e paritarie attraverso esercizi di cooperazione e condivisione.

Empatia e rispetto favoriscono la capacità di stare in una relazione in cui la forza personale non si traduce e non si esprime nel dominio sull’altro. Sono molto spaventata da tutto questo odio.

Per secoli il corpo delle donne è stato usato indiscriminatamente dagli uomini come valvola di sfogo per virilità accese e rivalse antagoniste, ma oggi è diverso.

Penso che la violenza sulle donne rappresenti il fallimento di alcuni uomini in quanto maschi. Del loro intendersi inferiori all’essere umano che hanno di fronte. Questi uomini percepiscono nelle donne una minaccia alla propria superiorità, un capovolgimento dei ruoli naturali della loro società, un’imposizione distorta delle loro regole del gioco.

Noi donne siamo andate avanti. Ci siamo migliorate, abbiamo lottato per diritti ed emancipazione. Questo tipo di uomini, no, non riescono ad adattarsi al nostro tempo, all’evoluzione naturale della società.

Non sono malati, patologici, misogini o maschilisti, sono solo fragili.

Fragilità. Una parola che a tratti può far anche commuovere ma che se distintiva di un predatore, porta solo dolore, tanto dolore. Ricordiamoci sempre che la fine dell’ascolto è l’inizio della violenza.

Un pensiero a Giulia e a tutte le donne che hanno pagato con la vita il loro desiderio di libertà”.

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