28 Aprile 2024 19:18

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28 Aprile 2024 19:18

Imperia: cold case svedese, in aula l’ex fidanzato di Sargonia. “Aldobrandi mi puntò una pistola alla testa”

In breve: Non sono mancati momenti di tensione, in aula, tra il Presidente della Corte d'Assise, Carlo Alberto Indellicati, e Aldobrandi che, chiamato a concedere il consenso per la nomina di un interprete, ha risposto. "Questo è un processo farsa, non ce la faccio più".

Ancora un colpo di scena nel processo sul cosidetto “cold case svedese” che vede sul banco degli imputati il 73enne Salvatore Aldobrandi, accusato di omicidio per la morte di Sargonia Dankha, la 21enne scomparsa il 13 novembre 1995 a Linköping, città della Svezia a 200 chilometri a sud di Stoccolma.

Questa mattina, in aula, davanti alla Corte d’Assise (composta dalla giuria popolare e dai giudici Carlo Alberto Indellicati ed Eleonora Billeri), l’ex fidanzato di Sargonia, Nordin Kertat, ha raccontato che due giorni prima della scomparsa della ragazza Aldobrandi gli avrebbe puntato una pistola alla testa. Un elemento di assoluta novità perché Kertat non aveva mai menzionato l’episodio in precedenza, neanche quando all’epoca dei fatti era stato sentito dalla Polizia svedese.

Momenti di tensione, in aula, nel tardo pomeriggio, tra il Presidente della Corte d’Assise, Carlo Alberto Indellicati, e Aldobrandi che, chiamato a concedere il consenso per la nomina della seconda interprete, ha risposto. “Questo è un processo farsa, non ce la faccio più”. Il Presidente ha risposto duramente. “Ho il potere di rimandarla nella casa circondariale. Dica ancora una sola parola e lo faccio”.

Imperia: processo Aldobrandi, le testimonianze

Il processo si è aperto con una richiesta di acquisizione di documenti presentata dal Pubblico Ministero Matteo Gobbi, segnatamente la copia del certificato di morte presunta di Sargonia Dankha, redatto in Svezia nel 2000, propedeutica all’acquisizione delle denunce presentate da Sargonia contro Aldobrandi, corredate dalle dichiarazioni rese all’epoca dalla madre. La difesa, avvocato Fabrizio Cravero, si è opposta, sostenendo che la copia del certificato di morte presunta è solo un aspetto civilistico che non può superare la prova che dovrebbe emergere dal dibattimento di questo processo; senza la prova certa della morte non è possibile procedere all’acquisizione”.

La Corte d’Assise si è riservata di decidere disponendo la prosecuzione del processo con l’audizione dei nuovi testimoni, due amiche e l’ex fidanzato di Sargonia.

L’audizione di Nordin Kertat, ex fidanzato di Sargonia

“Conoscevo Sargonia Dankha. L’ho conosciuta sei mesi prima che accadesse questa vicenda. L’ho conosciuta nella mia città. Avevamo un amico in comune e l’ho conosciuta quando è andata a trovarlo. Era l’estate del 1995. Avevo finito la scuola superiore. Ero in vacanza e mi apprestavo a iniziare il servizio militare.

Sargonia credo che lavorasse, non ricordo se avesse finito la scuola. Era una ragazza felice, molto bella. Era il cuore del gruppo. Aveva dei problemi, ma non ce li riversava addosso troppo. Voleva che i suoi amici fossero felici, stessero bene. Aveva una carattere estroverso.

Sargonia aveva capelli scuri, ricci. Aveva un bellissimo sorriso. All’inizio eravamo soltanto amici, ma ogni volta che ci vedevamo ci rendevamo conto che c’era qualcosa in più. Ho iniziato servizio militare nel suo paese. Ci siamo visti una volta e poi abbiamo iniziato a frequentarci. Sargonia viveva con i suoi genitori. Ci incontravamo in città, nei bar. La nostra relazione è iniziata all’inizio dell’autunno.

Non aveva un fidanzato, era da sola. Mi aveva detto che aveva un ex fidanzato che era molto psicotico. Non ne parlava spesso, solo alcune volte. La prima volta che lo ha citato ha usato questa parola, psicotico. Ha detto che l’aveva maltrattata, maltrattamenti fisici. Dopo aver rotto con lui era andata dalla Polizia diverse volte, ma la Polizia non aveva fatto molto. Anche dopo la rottura la tempestava di telefonate e voleva sempre vedersi.

Dopo che stavamo insieme da tre settimane Sargonia mi disse che aveva uno psicopatico che la perseguitava. Il nome? Per quanto ne sapevo io si chiamava Samuel. Lo riconosce qui in aula? Non posso dire se è lui, sono passati 30 anni. Sargonia raccontò che il suo ex veniva chiamato Samuel, ma in realtà era Aldobrandi e la maltrattava.

Sargonia mi parlò di maltrattamenti e di pedinamenti. Sargonia mi disse che Aldobrandi la minacciava dicendo che se avesse avuto un altro ragazzo l’avrebbe uccisa.

Lei cercava di fare in modo di far si che Aldobrandi non disturbasse la nostra relazione. Quando chiamava al telefono e io chiedevo chi fosse, lei mi diceva ‘è lui’.  Aldobrandi aveva fatto a Sargonia l’esempio di qualcuno che aveva impiccato la moglie e le aveva tagliato il collo dicendole ‘così io farò con te’. Ho incontrato Aldobrandi una sola volta, quando è venuto nell’appartamento di Sargonia. Aldobrandi la seguiva, ma si parlava anche di un investigatore privato. Aldobrandi sapeva ogni passo che Sargonia faceva e con chi fosse stata. Aveva detto a Sargonia che sapeva esattamente cosa stesse facendo.

Nel periodo in cui stavamo insieme Sargonia chiamò più volte la Polizia per dire che Aldobrandi la seguiva e la minacciava.

Prima che Sargonia prendesse un appartamento dormivo a casa dei suoi genitori. Poco dopo ha preso un appartamento. Non era molto prima della sua scomparsa.

La scomparsa? Credo che fosse un lunedì. L’ho lasciata al mattino, sono andato in caserma, e quando ho finito il turno sono tornato nell’appartamento. Avevo le chiavi di casa. Sono entrato e ho iniziato a preparare da mangiare. L’ho aspettata, poi ero così stanco che mi sono addormentato. Mi sono svegliato al mattino e lei non c’era ancora. Il weekend precedente lo avevamo passato insieme perché io avevo il turno libero.

Il sabato precedente? Ricordo che ero a casa di Sargonia alla sera. Quando arrivai a casa Sargonia era molto felice e c’era una nostra amica. Era molto felice per il nuovo appartamento, per la nuova vita, perché avevamo un posto per noi. Ricordo che eravamo seduti, noi due e la nostra amica, stavamo parlando. Mi ricordo di qualcuno che è entrato nell’appartamento. Era Aldobrandi. Non mi ricordo come è stata aperta la porta. Ha iniziato a fare domande, cosa stai facendo? Cosa sta succedendo? Aveva una pistola e me l’ha puntata alla testa mentre ero seduto. Non so dire se fosse vero o no. Era grigia o argentata per quel che ricordo. Sargonia ha iniziato a urlare ‘vattene, vattene’. Dopo un po’ se ne è andato”.

Lettura della deposizione in Svezia, dove non viene citato l’episodio della pistola

“Verso le 23 Sargonia era sotto la doccia e suonarono alla porta. La nostra amica guardò nello spioncino, ma non vide nessuno fuori. Allora aprì la porta e uscì. Salì di un piano e guardando di sotto vide un uomo entrare nell’appartamento di Sargonia. La nostra amica credeva si trattasse di un parente di Sargonia. L’uomo iniziò a svestirsi, chiese se c’era una festa, come mai non era stato invitato. Sargonia chiese chi fosse arrivato. L’uomo sembrava non volesse che Sargonia sapesse che fosse li. All’inizio non dicemmo nulla. Sargonia lo chiese più volte. Poi si arrabbiò moltissimo e disse di chiamare sua madre. Allora Aldobrandi disse ‘ok vado via’. Sargonia era arrabbiata e impaurita quando Aldobrandi andò via.

Riprende l’audizione

“Albobrandi chiamò i genitori di Sargonia una volta andato via dicendo che c’era un’orgia nell’appartamento della figlia. I genitori erano molto arrabbiati quando arrivarono. Noi andammo via. Non c’era una bella atmosfera. Rientrammo dopo un’ora, quando la macchina dei genitori andò via. Vedemmo Aldobrandi al piano di sotto che aspettava, si era nascosto. Quando rientrammo Sargonia disse che aveva spiegato ai genitori che non c’era nulla nell’appartamento. Era spaventata e intimorita dall’atteggiamento di Aldobrandi. Dormii li quella notte. Aldobrandi chiamò diverse volte quella notte, come faceva sempre. Alla fine Sargonia staccò il telefono.

Domenica uscii di casa e tornai alla sera. Nell’appartamento c’era un’amica di Sargonia. Sargonia raccontò che Aldobrandi l’aveva chiamata più volte nel corso della giornata, ma non disse cosa le aveva detto. Lei non mi diceva mai cosa lui le dicesse. Erano molestie. Quella notte dormii da Sargonia.

Martedì, dopo che Sargonia era scomparsa, una volta uscito dalla caserma andai in città dove incontrai i suoi amici e suo fratello dicendogli che non l’avevo vista durante la notte. Discutemmo per capire dove potesse essere. Nell’appartamento non mancava nulla per quel che mi ricordo. Un uomo raccontò di aver visto Sargonia lunedì, all’ora di pranzo Era da sola. Ricordo che quella mattina Sargonia aveva un appuntamento con un’amica. Disse che non si era presentata. Non ho mai più visto Sargonia da quel momento. Non mi risulta che nessuno l’abbia mai più vista.

Avevamo il dubbio che Aldobrandi potesse aver fatto qualcosa. Ma ero giovane all’epoca, avevo 20 anni, non immaginavo mai che un uomo potesse fare qualcosa di simile a una donna.

Perché non avevo mai raccontato alla Polizia della pistola? Perché è stato un fatto traumatico, forse l’ho rimosso. Ero molto giovane all’epoca, oggi reagirei in maniera diversa. Pensavo che Aldobrandi volesse solo spaventare Sargonia e non spingersi oltre. Perché non lo avevo raccontato ai genitori? Ho lasciato che fosse Sargonia ad occuparsi di questo problema”.

L’audizione di Alma Segura, amica di Sargonia

“Aldobrandi esercitava un forte controllo su Sargonia. Le comprava tante cose per renderla felice, contenta. Nei miei ricordi esercitava molto controllo, voleva sapere dove fosse, dove stesse andando. Le chiedeva con chi fosse, frequentava i posti dove andavamo.

Livido sul collo? Le avevo chiesto come mai lo avesse. Poi scoprii che era stato causato da Salvatore. Sargonia non volle dirmi in un primo momento da dove proveniva il livido sul collo. Fu Aldobrandi a dirmi di aver maltrattato Sargonia e di averle provocato l’ematoma. Mi ricordo che Salvatore mi chiedeva come si dovesse comportare con Sargonia. Il mio ragazzo dell’epoca lavorava come dj nel locale di Aldobrandi che, dunque, conoscevo tramite Sargonia, ma anche tramite il mio ragazzo. C’era un rapporto di confidenza, però non mi piaceva molto Salvatore, per come si comportava con Sargonia e perché cercò di intromettersi nella relazione con il mio ragazzo dell’epoca.

Spesso si rivolgeva a me con domande su cosa fare con Sargonia e su come potersela tenere. Io le dissi che di certo non poteva tenersela picchiandola. Aldobrandi mi disse che faceva fatica a controllarsi con Sargonia. E in effetti è vero, faceva fatica a controllarsi. Si palesava nei posti dove eravamo, si autoinvitava. Aveva dato dei soldi a degli amici per sapere dover fosse Sargonia. La maltrattava.

Sargonia ammise che il livido era stato provocato da Aldobrandi e che aveva cercato di strangolarla. Ci sono stati parecchi tira e molla prima che si lasciassero. Aldobrandi mi disse che se fosse finita con Sargonia avrebbe fatto in modo che nessun altro l’avrebbe mai avuta. Anche se fosse stato costretta a ucciderla. Nei giorni precedenti alla scomparsa era molto aggressivo. Diceva ‘nessuno l’avrà’.

Una sera dovevamo uscire in quattro ragazze, ma Aldobrandi si era autoinvitato ed era già presente al ristorante. Così chiamai Sargonia e la avvisai e lei decise di annullare la cena e di non presentarsi.

L’ultima volta che ho visto Sargonia? Ci siamo sentite domenica e lunedì mattina, giorno della scomparsa. So che doveva incontrarsi con una nostra amica verso mezzogiorno e poi nel pomeriggio avremmo dovuto vederci tutte insieme. Sargonia non si presentò a nessuno dei due appuntamenti. L’ultima volta che l’ho sentita sembrava normale. Era felice per il nuovo ragazzo, per il nuovo appartamento.

Un mio compagno di scuola mi disse di aver visto Sargonia lunedì mentre si trovava al Mcdonald’s. Disse che l’aveva vista dirigersi verso la cassa di Aldobrandi. Non ho mai più visto ne sentito Sargonia da quel lunedì mattina.

Vidi ancora Aldobrandi dopo la scomparsa di Sargonia. Non gli importava dove fosse Sargonia, questo strideva con l’atteggiamento che aveva in passato quando voleva sempre sapere dove fosse Sargonia. Nei giorni seguenti alla scomparsa di Sargonia andammo con il fratello minore in tutti i luoghi dove immaginavamo potesse essere. Non l’abbiamo mai trovata”.

L’audizione di Maria Peniou, amica di Sargonia

“Avevamo un rapporto di amicizia con Sargonia. Era una ragazza molto sveglia, felice. Ma anche molto decisa, leale. Un’ottima amica. Al momento della scomparsa Sargonia aveva una nuova relazione. Aveva conosciuto un nuovo ragazzo. Prima aveva una relazione con Salvatore Aldobrandi. Non era una buona relazione. Lui la perseguitava ovunque lei andasse. La chiamava più e più volte solo per assicurarsi dove fosse. Ovunque lei fosse Aldobrandi era da qualche parte dietro di lei. Sargonia voleva porre fine a questa relazione, ma aveva paura.

Una volta che Sargonia era a casa mia ci fu un litigio telefonico con Aldobrandi. Era molto irritata che Salvatore continuasse a chiamarla. Ci fu una discussione accesa, poi lei buttò giù il telefono. Dopo un po’ Aldobrandi arrivò in taxi e appena entrò in casa ci fu una lite con Sargonia. Salvatore non aveva nessuna comprensione del fatto che Sargonia volesse interrompere la conversazione. Lui non accettava la chiusura e si arrabbiava molto. Lei viveva questa situazione con molto stress, non poteva parlare con nessuno. Sargonia aveva paura dei maltrattamenti, che Salvatore le facesse del male. Albobrandi faceva regali e dava soldi a Sargonia.

Sargonia era molto innamorata del nuovo ragazzo, Nordin. Al momento della scomparsa lo stava ancora frequentando. Aveva completamente troncato la relazione con Aldobrandi. Aveva preso un nuovo appartamento, era felicissima.

Un giorno ricevetti una notifica riguardante la citazione davanti al Tribunale per testimoniare in una causa tra Sargonia e Aldobrandi. Si trattava di un episodio avvenuto mentre eravamo in un pub con Sargonia.

Ricordo che eravamo in casa di Sargonia. Aldobrandi chiamò perché voleva vederla, ma lei rifiutò. Prendemmo l’autobus e ci dirigemmo verso il pub. Alla fermata c’era Salvatore ad attenderci e ci seguì al pub. Ci furono un po’ di battibecchi tra lui e Sardonia perché lei non lo voleva vedere. Arrivati al pub, eravamo seduti al tavolo che parlavamo. Aldobrandi inizialmente era tranquillo, poi improvvisamente si agitò e rovesciò addosso a Sargonia una birra urlandole parole come ‘puttana’. Era molto arrabbiato. Quando mi alzai per andare a prendere qualcosa per pulire Salvatore era tornato al tavolo. Ricominciammo a parlare con calma, poi nuovamente Salvatore si agitò urlando che voleva i suoi soldi e poi le sputò in faccia, andandosene. Noi decidemmo di cambiare locale e Salvatore arrivò anche lì, voleva parlare con Sargonia. Lei disse ‘non mi toccare’, ‘non voglio più parlare con te’. Alla fine Salvatore sparì, credo perchè le guardie non lo facevano più entrare. Quella sera stessa andammo a fare denuncia alla Polizia per molestie contro Aldobrandi.

Sargonia mi disse che aveva paura di Salvatore e che non sapeva cosa avrebbe potuto fare. Ricordo che una volta Albobrandi portò Sargonia nella cantina del locale dove lavorava e la picchiò.

Dopo che Sargonia scomparve Aldobrandi smise di chiamare per cercarla. Questo è sembrato a tutti molto strano.

Voleva iniziare una nuova vita, aveva trovato un nuovo appartamento. Il giorno in cui è scomparsa doveva andare a firmare il contratto per il nuovo appartamento”.

Con la conclusione della deposizione dell’ultima testimone della giornata, il processo è stato rinviato alla prossima udienza, calendarizzata per il 29 gennaio alle 9.30.

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