17 Maggio 2024 17:21

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17 Maggio 2024 17:21

Manifestazione no CPR a Diano Castello: critica Rifondazione Comunista. “Sul palco solo dissensi dal punto di vista turistico. Egoismo e indifferenza nei confronti di altre località. Non va fatto ovunque”

In breve: Il Partito Della Rifondazione Comunista interviene con una dura nota stampa, in merito alla manifestazione di protesta dello scorso sabato 27 aprile contro il CPR alla Caserma Camandone.

Il Partito Della Rifondazione Comunista interviene con una dura nota stampa, in merito alla manifestazione di protesta dello scorso sabato 27 aprile contro il CPR alla Caserma Camandone.

Manifestazione no CPR a Diano Castello: critica Rifondazione Comunista

“Il raduno di sabato 27 aprile alla caserma Camandone ha visto la partecipazione di cittadini e delle Amministrazioni Civiche, oltre a Confindustria, Confesercenti, Confcommercio del golfo Dianese, unite contro la realizzazione di un Centro di Permanenza e Rimpatrio (CPR) a Diano Castello, sul confine con Diano Marina.

Disciplinati i cittadini presenti hanno esposto cartelli di inequivocabile significato: “no CPR nel golfo dianese”, mentre tutti gli interventi dal palco montato per l’occasione hanno espresso la preoccupazione per tale realizzazione dal punto di vista turistico per il comprensorio.

Vogliamo augurarci che partecipanti ed intervenuti masticassero molto poco l’italiano, perché se invece fossero coscienti delle loro affermazioni sarebbero sicuramente oggetto di spedizioni punitive da parte dei cittadini di altre località in cui il CPR, non voluto nel Dianese, potrebbe essere realizzato. Che so, lo facciamo fare a Pieve di Teco? ad Andora? a Lucinasco? a Voltri? a Sampierdarena? In quest’ultimo caso rischieremmo grosso, perché ipotizzando la stessa percentuale di partecipazione e di incazzatura, potremmo ritrovarci con circa 2000 cittadini di Sampierdarena in “spedizione punitiva” contro i dianesi per non aver voluto il CPR e averlo fatto fare a casa loro! Questo atteggiamento nimby (traduciamo perché non si sa mai: “Not In My Back Yards” cioè “non nel mio cortile”), la cui volgarità è evidente a chiunque voglia capire, avvilisce e squalifica i partecipanti, cittadini (una minoranza per fortuna) e istituzioni (la maggior parte).

Quegli interventi, ce lo auguriamo vivamente e ne siamo ragionevolmente convinti, non hanno rappresentato, né potevano farlo, la maggioranza dei cittadini dianesi. Si è trattato di esternazioni costruite su di un misto di egoismo, indifferenza e violenza nei confronti dei cittadini di altre località in cui far fare il CPR salvando (sic!) in tal modo l’economia, il turismo, il commercio, l’industria, il benessere, la sicurezza dei Dianesi.

Ma di cosa stiamo parlando? se non di paure del tutto irrazionali alimentate ad arte, in più condite ed alimentate da un razzismo sempre meno strisciante e sempre più pericoloso che attribuisce ai neger o comunque ai migranti, (in ogni caso persone, povere, disperse dai loro affetti alla ricerca disperata di un minimo-minimo di dignità umana: dei poveracci insomma… ) ogni nefandezza?. Mentre la vera nefandezza è anche solo immaginare di potere realizzare delle prigioni di massima sicurezza (due addetti per ogni “detenuto”) destinate a persone che nulla hanno fatto per finire in galera, se non di essere nate dalla parte sbagliata del mondo.

Eppure bastavano due parole in più sui quei cartelli “no CPR nel Golfo Dianese: NE’ OVUNQUE. Quanta tristezza nel vedere braccia sostenere quei cartelli, come tanti scolaretti disciplinati, ed inconsapevoli che tante volte abbiamo visto con orrore nei “film Luce” del ventennio fascista: mani alzate “felici” di andare in guerra, mani plaudenti per le razzìe nei ghetti ebraici, e, ancora oggi, mani tese a commemorare sgomenti la morte di Mussolini a Dongo. E non attenuiamo le responsabilità gravissime degli amministratori, tutti orgogliosamente facenti parte di quella parte politica e culturale che vuole i CPR e li vuole imporre ai territori, e che per pelosa fedeltà difendono a spada tratta le scelte del Governo Meloni (e di quelli precedenti, beninteso), proclamando il dovere di rispettare i decreti legge anche quando palesemente incostituzionali. Quelle due parole (“né ovunque”) avrebbero consentito a quella minoranza chiassosa di non fare una figura meschina oltre ogni limite e di non offuscare la dignità dell’intera comunità dianese che pretendeva di rappresentare.

Quella comunità che è invece degna di pretendere che il suo territorio non venga stuprato con interventi immondi, ma senza pretenderne la realizzazione in casa d’altri. Per quanto infine riguarda la Camandone, da anni ed anni il circolo dianese di Rifondazione Comunista indica come deve essere utilizzata quella struttura a livello comprensoriale a beneficio dell’ economia, del turismo e della cittadinanza: le amministrazioni che si sono succedute non hanno mai voluto neppure ascoltare un consiglio, forse perché in attesa di concretizzare speculazioni immobiliari in grado di soddisfare appetiti e connivenze di politici (con la p minuscola) e di imprenditori del mattone e della GDO (Grande Distribuzione Organizzata).

Mentre ringraziamo i militanti di Rifondazione Comunista, di Potere al Popolo, del Centro Sociale “La Talpa e l’Orologio” per aver portato un po’ di umanità durante il raduno alla Camandone, ricordando che i valori della libertà conquistata il 25 aprile valgono per tutti e vanno difesi non solo a parole come avvenuto negli interventi dal palco, esortiamo i cittadini a fare tesoro di queste considerazioni, di riscattarsi da posizioni ignave e vili e di avviare finalmente una protesta dignitosa e davvero efficace chiedendo che i CPR non vengano realizzati nel Golfo Dianese, né altrove. Neppure in Albania. E nel frattempo che amministrazioni e cittadini si dimostrino intelligenti e zelanti nel mobilitarsi contro la chiusura dell’Ospedale di Imperia e del suo Pronto soccorso: questa sì una tragedia per i cittadini ed i turisti tanto tirati in ballo per problemi inesistenti e lasciati privare di un servizio assolutamente essenziale che condiziona effettivamente la scelta di una località”.

Partito della Rifondazione Comunista Circolo Dianese Gian Battista Acquarone Federazione Provinciale

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