16 Ottobre 2024 07:10

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16 Ottobre 2024 07:10

IMPERIA. ABUSO DEI MEZZI DI CORREZIONE E SEQUESTRO DI PERSONA IN UNA CASA DI RIPOSO. A PROCESSO OPERATRICE SANITARIA DI 35 ANNI. IN AULA IL VIDEO DI UN ANZIANO LEGATO ALLA SEDIA/L’UDIENZA IN TRIBUNALE

In breve: Il giudice monocratico Maria Grazia Leopardi ha rinviato il processo al prossimo 5 febbraio per concludere le deposizioni dei testimoni.

Casa di riposo giustizia

Imperia – Abuso dei mezzi correzione e sequestro di persona. Con queste accuse è finita a processo un’operatrice sanitaria boliviana di 35 anni, Cristina Elogia Soria Oropezia. I fatti sarebbero avvenuti nel 2010 all’interno della Casa di Riposo Cuore Immacolato di Maria di Borghetto d’Arroscia.

Due, in particolare, gli episodi contestati. Un anziano legato a una sedia della struttura con una cinghia di contenzione e un anziano chiuso a chiave in una stanza. Questa mattina in Tribunale è stato visionato un filmato realizzato da un operatore sanitario della struttura che ritrae un anziano rantolante legato a una sedia. “Chi è che ti ha legato?” dice una voce fuori campo. “L’infermiera” risponde un anziano seduto poco distante. Sono stati poi sentiti due testimoni, il Maresciallo Tortarolo e l’operatore sanitario che ha realizzato il video poi mostrato in aula.

“Ho preso io la denuncia – ha spiegato Tortarolo – Il responsabile sanitario della struttura dott. Ricci non sapeva nulla della contenzione. Ci sono state diverse denunce, per alcune lesioni riscontrate su un paziente e per un paziente trovato chiuso a chiave in una stanza. Proprio per via di queste segnalazioni chiesi l’intervento dei Carabinieri dei NAS. C’erano grossi problemi. Nella struttura erano ospitati circa 80 pazienti. La casa di riposo non voleva assumere personale. Di notte c’era un solo operatore sanitario che doveva occuparsi di tutti i pazienti. Gli operatori sanitari facevano turni massacranti, anche di 12 ore consecutive. In alcuni casi non erano lucidi. I NAS non riscontrarono problemi in relazioni alle condizioni sanitarie della struttura. Verificarono però problemi con la somministrazione dei generi alimentari (contestazione oggetto di un altro processo, ndr)”.

LA TESTIMONIANZA DELL’OPERATORE SANITARIO:

“Lavoravo in cucina. Realizzai io il video. Con cosa è legato l’anziano? Una cinghia di contenzione male utilizzata. C’era un’autorizzazione per l’utilizzo della cinghia in quanto il paziente quando arrivò nella struttura alcuni mesi prima non era autosufficiente. La cinghia serve come tutela, per evitare che si possa far male. La contenzione però, normalmente, viene allentata con il miglioramento del paziente. Visto che l’anziano in questione era migliorato nei suoi mesi di permanenza nella struttura non so se l’autorizzazione all’utilizzo della cinghia fosse ancora valida o fosse già stata revocata. Perché ho fatto il video? Perché non mi andava di lavorare in una struttura dove i colleghi non lavorano in maniera adeguata ed essere associato a certi comportamenti. Da quanto tempo l’anziano era legato? Quando al mattino presto ero arrivato in struttura era già lì. Chi aveva finito il turno di notte lo aveva lasciato così. Chi aveva fatto il turno di notte? Cristina, si”.

Il giudice monocratico Maria Grazia Leopardi ha rinviato il processo al prossimo 5 febbraio per concludere le deposizioni dei testimoni. Avvicinato da ImperiaPost al termine dell’udienza, l’avvocato Carlo Ruffoni, legale dell’operatrice sanitaria boliviana ha dichiarato:Ci sono i documenti che attestano che vi era una regolare autorizzazione per l’utilizzo della cinghia di contenimento. Per quanto concerne il sequestro di persona, siamo convinti di poter chiarire l’accaduto”.

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