26 Aprile 2024 22:14

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26 Aprile 2024 22:14

Regionali 2020, Imperia: parla Lucio Sardi (Linea Condivisa). “Elezioni utili per dimostrare che i cittadini non vogliono più vedere il proprio territorio dato in pasto ai predatori”

In breve: Lucio Sardi, candidato della lista “Linea Condivisa-Sinistra per Sansa”.

“Durante l’incontro pubblico con Ferruccio Sansa di domenica 13 ad Imperia, ho ascoltato un interessantissimo intervento di Nadia Repetto, biologa marina che ha collaborato come consulente con il gruppo regionale “Linea Condivisa” e che ha offerto assistenza tecnica al movimento di protesta contro il progetto dell’impianto di itticoltura nel tratto di mare di fronte alla Galeazza – Così in una nota stampa Lucio Sardi, candidato della lista “Linea Condivisa-Sinistra per Sansa” ,

Un progetto insensato da un punto di vista ambientale contro cui avevo già allora espresso un giudizio negativo per i rischi ambientali che portava, sottolineando come l’iter di approvazione fosse passato in sordina e senza un confronto con la città e su cui il sindaco Scajola teneva una posizione ambigua, promettendo mediazioni di pura facciata.

Nell’intervento della dottoressa Repetto è stato spiegato che questi tipi di allevamento sono utilizzati per l’allevamento di due specie marine, le orate ed i branzini. Questi due pesci rientrano tra le specie predatorie carnivore, per cui, come ci ha spiegato, per allevarne un chilogrammo ne servono circa quattro di mangime a base di carne.

Da questo semplice dato, oltre a quello dell’impatto dell’inquinamento delle acque determinato da migliaia di pesci stipati in vasche a poca distanza dalle spiagge cittadine, risulta evidente come il progetto dell’impianto di itticoltura della Galeazza sia catalogabile nella categoria delle iniziative economiche predatorie.

Il fatto che sia stato pensato di installare questo impianto ad Imperia non sorprende molto dato che la nostra città è “abituata” a subire progetti imprenditoriali “predatori” e che ha sempre avuto al potere (salvo brevi periodi) una classe politica che ha svenduto gli interessi pubblici ai predatori di turno.

L’elenco è lungo e parte dai pesci piccoli, ma voraci della speculazione edilizia diffusa che ha creato il disordine urbanistico della città e su cui la politica locale ha costruito un ventennio di consenso.

Non meno voraci sono stati gli attori delle operazioni immobiliari più consistenti come quelli delle ex caserme del Prino piuttosto che quella, peraltro fallimentare, della ex Isnardi. Salendo di pezzatura, i giganti dell’imprenditoria predatoria sono stati ovviamente Caltagirone e Colussi.

Caltagirone, che ha fatto cassa vendendo i posti barca del nuovo porto salvo poi non completare l’opera e far inghiottire i soldi realizzati a Imperia nel buco nero del crack del suo gruppo.

Colussi che, dopo aver chiuso l’Agnesi senza rispettare nessuno degli impegni presi per la ricollocazione dei lavoratori, ha ricevuto in premio dall’amministrazione Scajola pochi mesi fa la concessione edilizia per una nuova operazione edilizia sull’area ex ferriere (peraltro peggiore di quella precedente ormai decaduta).

Siamo certi che l’amministrazione comunale Scajola, in linea con i trent’anni di complicità con i “predatori” che hanno fatto affari sulla citta, sarà ben pronta, a dispetto dei risibili annunci bellicosi di queste settimane, a concedere a Colussi il succulento boccone del cambio di destinazione d’uso dello stabilimento, per realizzare la più sfacciata operazione speculativa edilizia degli ultimi anni.

Sarebbe quanto mai opportuno che le elezioni regionali potessero essere l’occasione per dimostrare che i cittadini imperiesi non vogliono più vedere il proprio territorio dato in pasto ai predatori di turno, dando un segnale contro una classe politica che in questi ultimi trent’anni l’ha svenduto per inettitudine o complicità”.

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