20 Aprile 2024 07:56

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20 Aprile 2024 07:56

Imperia: violenza domestica, 28 casi nell’ultimo anno. Questura presenta dispositivo Scudo. “Non abbiate paura di denunciare”/Foto e Video

Ventotto casi di violenza domestica, su donne e bambini. Sono questi i numeri della Squadra Mobile di circa un anno di attività sul fronte della repressione della violenza di genere, un fenomeno che viene affrontato con strumenti normativi e campagne informative, ma anche attraverso l’analisi e la catalogazione degli episodi delittuosi che rendono più efficaci le strategie di prevenzione e contrasto.

I dati sono stati presentati oggi, in conferenza stampa, dal Questore Pietro Milone, affiancato da Jacopo Gusmaroli, Commissario Capo, dirigente Ufficio generale prevenzione e soccorso pubblico, Pierpaolo Falzone, dirigente della divisione Anticrimine, Giovanni Franco, capo della Squadra Mobile e Roberto Malia e Federica Malia, ispettori della seconda sezione della Squadra Mobile, dedicata alle fasce deboli.

Imperia: 28 casi violenza domestica in un anno, ecco il dispositivo “Scudo”

Gli investigatori hanno a disposizione un nuovo e utile strumento per il contrasto a questi odiosi reati. Si tratta dell’applicativoScudo“, banca dati interforze che consentirà di avere a disposizione tutte le informazioni utili sui precedenti interventi effettuati presso il medesimo indirizzo (presenza di minori o di soggetti con malattie psichiatriche o dipendenti da droghe o alcol, disponibilità di armi, lesioni personali subite in passato dalla vittima) e di calibrare così nel modo migliore l’intervento operativo.

L’applicativo consentirà di ricostruire e collegare i diversi episodi che coinvolgono i presunti autori e le vittime, nonché di effettuare il monitoraggio delle attività di pronto intervento a livello nazionale.

Lo strumento prevede l’inserimento dei dati connessi ai singoli interventi effettuati in occasione di episodi di violenza o minaccia, relativi alle persone presenti in qualità di presunto autore, di vittima o testimone, alla relazione vittima-autore, al tipo di violenza e al possesso di eventuali armi. Tutti elementi utili non soltanto per l’analisi del fenomeno, ma strategici per adeguare l’intervento operativo alla migliore tutela della vittima e degli stessi appartenenti alle Forze di polizia.

Questore Pietro Milone

C’è grande attenzione da parte della Questura e di tutte le forze di polizia. Abbiamo illustrato un sistema che prevede un trittico di interventi. Il primo intervento su strada, può arrivare dalla segnalazione di un vicino di casa, di un passante che assiste a una scena di violenza. Una donna che viene malmenata, un bambino che viene malmenato, sono episodi che richiedono un intervento immediato delle forze di primo intervento. Già nell’occasione del primo intervento ci deve essere una valutazione importante del contesto in cui avviene il fatto. La relazione scritta diventa importantissima. Attraverso questo applicativo ‘Scudo‘ si condivide questo tipo di notizia tra tutte le forze di polizia.

Ci sarà poi un vaglio successivo, ed è il secondo grado, da parte della Squadra Mobile, l’organo investigativo, che approfondisce casi che a volte potrebbero essere trattati come lite in famiglia, invece si approfondisce, si scava, si vede cosa c’è sotto. Si valuta se si tratta di un codice rosso e si applica la procedura del codice rosso.

Si arriva poi al grado finale, che è quello delle misure di prevenzione. L’ammonimento del Questore, che è uno strumento importantissimo perché consente alle forze di polizia di operare d’ufficio, anche in assenza di una querela della parte offesa. C’è poi il nuovo strumento mutuato dalla normativa antimafia che è quello della sorveglianza speciale per maltrattamenti, che presuppone un giudizio a monte di pericolosità del soggetto.

Si tratta di strumenti molto importanti e molto stringenti che speriamo possano aiutare in futuro, sempre di più, a far emergere il fenomeno e a restringerlo.

Le persone vittime di violenza devono avere la forza e il coraggio di denunciare. Se non riescono a denunciare, parlare con persone di fiducia che a loro volta possono segnalare a noi. Devono sapere che non saranno mai lasciate sole, sempre aiutate in tutti i modi”.

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