29 Marzo 2024 02:50

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29 Marzo 2024 02:50

Imperia: Palasalute, parla logopedista in sciopero. “Green Pass strumento vessatorio senza basi scientifiche”

In breve: Questa mattina servizi ridotti al Palasalute di Imperia per lo sciopero di alcuni dipendenti come forma di protesta contro l'introduzione dell'obbligo di green pass.

Questa mattina al Palasalute di Imperia sciopero di alcuni dipendenti come forma di protesta contro l’introduzione dell’obbligo di green pass a partire da oggi, 15 ottobre, sul posto di lavoro. Tra gli scioperanti anche Annarosa Rossetto, 56 anni, logopedista.

Imperia: Palasalute, sciopero contro green pass obbligatorio. Parla logopedista

“Oggi sciopero – spiega Annalisa Rossetto – Ho avuto il Covid a marzo e quindi ho sviluppato una normale immunizzazione naturale e, per questo, ai primi di settembre ho ricevuto dal servizio di Igiene Pubblica una comunicazione di assolvimento dell’obbligo vaccinale fino a 12 mesi dalla guarigione.

Ai colleghi vaccinati, pochi mesi fa, il green pass è stato allungato a 12 mesi proprio mentre in Israele si parlava di terza dose perché i vaccinati da più di 6 mesi stavano ammalandosi di nuovo. Una decisione scientificamente ridicola e pericolosa dal punto di vista sanitario per gli stessi operatori e per i pazienti.
Il G.P. dei guariti, i soggetti probabilmente immunizzati più validamente, invece è rimasto fermo a 6 mesi.
Così sono ufficialmente riconosciuta ‘sicura’ per me e per i miei pazienti ma da oggi, non avendo il Green Pass perché sono passati più di 6 mesi dalla mia malattia, non posso lavorare senza fare tamponi ogni 48 ore perché la politica si è inventata uno strumento vessatorio privo di basi scientifiche.
Chiedo alla comunità scientifica di alzare la voce contro un provvedimento che di scientifico non ha nulla, che impedisce a persone sane di lavorare come hanno fatto in questi ultimi mesi, che ricatta studenti e lavoratori per ottenere il cedimento di chi è dubbioso o spaventato o contrario in coscienza a questi vaccini (a torto o a ragione ai fini morali di un ricatto conta poco), che discrimina tra chi ha entrate garantite come pensionati o fruitori di reddito di cittadinanza e chi deve andare al lavoro per vivere dignitosamente, che, come succede nei regimi dittatoriali, mette i cittadini a controllare i loro colleghi o sottoposti, che aumenta la divisione e le tensioni sociali.
La campagna di vaccinazioni ha superato ľ80% della popolazione vaccinabile e il 90% dei soggetti più a rischio: abbiamo un obiettivo o si mira ad un impossibile 100% per tenere i cittadini sotto un controllo perenne?”.

 

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