26 Aprile 2024 15:18

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26 Aprile 2024 15:18

Imperia: compra online una Porsche e viene truffato, il caso in Tribunale. “Quando ho capito che mi stavano fregando era troppo tardi”/La storia

In breve: A raccontare la propria disavventura, questa mattina, in Tribunale, una delle vittime della presunta maxi truffa per la quale è a processo un 48enne di Pietrasanta.

Compra una Porsche online e viene truffato. A raccontare la propria disavventura, questa mattina, in Tribunale a Imperia, una delle vittime della presunta maxi truffa per la quale è a processo un 48enne, U.F., di Pietrasanta.

Imperia: maxi truffa nella compravendita auto, a processo 48enne

Secondo l’accusa il 48enne, nelle vesti di gestore di una concessionaria, con sede a Ventimiglia, e di rivenditore di auto d’epoca, avrebbe ceduto 8 auto, ad altrettanti compratori, intascando l’intero importo o l’eventuale acconto (in totale circa 60 mila euro), senza mai consegnarle. Tra le accuse anche l’aver modificato, al ribasso, il reale chilometraggio delle vetture, l’aver taciuto sui difetti della carrozzeria, sulla reale proprietà e sulla presenza di ipoteche.

Le otto auto vendute per le quali è accusato di truffa sono una Porsche mod Speedster, due Peugeot mod Partner Tepee, una Lancia mod Y, una Porsche mod Carrera, una Volkswagen Touraeg e una Toyota Aygo. Tre delle otto vittime si sono costituite parte civile. Il 48enne è difeso dall’avvocato Luca Ritzu del foro di Imperia.

Questa mattina, in aula, davanti al giudice Antonio Romano (Pm Monica Vercesi) è stata sentita una delle vittime dei presunti raggiri. Oggetto l’acquisto di una Porsche Carrera, mai consegnata.

“Su Autoscout 24 vidi questa Porsche Carrera. La vendeva una concessionaria di Ventimiglia. Chiamai per andare a vedere la macchina. Andai a Ventimiglia, ma la macchina non c’era e non mi accorsi che non esisteva neanche la concessionaria di auto. Questo perché mi venne chiesto di andare direttamente a Montecarlo dove avrei potuto incontrare i proprietari della Porsche. Mi venne spiegato che avevano bisogno di vendere con urgenza perché avevano perso una grossa cifra giocando al Casinò. 

Andai così a Montecarlo. C’era parcheggiata questa macchina. I due proprietari mi dissero che avevano un albergo a Sanremo, ma che vivevano a Montecarlo per ragioni fiscali. Mi mostrarono il libretto della macchina, ma non mi permisero di fare un giro, di provarla. Il motivo? Mi dissero che avevano sospeso l’assicurazione. Accendemmo la macchina, funzionava. Mi dissero ‘chi ci dà i soldi per primo la vendiamo, perché abbiamo fretta’.

Tornai a casa mia, a Pisa, e presi contatti con il venditore dell’auto. Mi disse di essere a Forte dei Marmi, che potevamo vederci. Ricordo che prendemmo un caffè e lui mi disse che se avessi pagato subito il prezzo dell’auto sarebbe sceso a 20.500 euro. In effetti era un buon prezzo. Mi disse che mi avrebbe mandato il contratto da firmare via mail e mi chiese di pagare un anticipo di 10 mila euro con un bonifico. Quandò arrivò il contratto io feci il bonifico. Gli specificai anche che non avrei pagato il saldo prima di avere la macchina. Mi disse che i proprietari avevano bisogno e che avrei dovuto pagare subito per non perdere la macchina. Stupidamente gli diedi l’intera cifra in quattro rate diverse, oltre ai 10 mila, 7 mila, 3 mila e 500 euro.

A quel punto mi disse che avrebbe voluto consegnarmi la macchina perfetta e che per questo voleva portarla in officina per alcuni lavori. Mi disse che appena terminati mi avrebbe portato lui la macchina a Pisa. In realtà iniziarono i ritardi. Io cominciai a cambiare il mio tono di voce nelle telefonate, perché avevo iniziato a entrare nell’idea che mi stesse fregando.

Mi disse anche che sull’auto c’era un’ipoteca da eliminare prima di poter procedere con il cambio di proprietà. Ad un certo punto gli chiesi di prendermi io la macchina. Cambiò subito atteggiamento e mi disse che visto che c’erano troppi problemi mi avrebbe ridato i soldi e non se ne sarebbe fatto più nulla.

Mi fece così un bonifico di 10 mila euro, sul quale però mancava il timbro della banca. Da quel momento, dopo la farsa del bonifico, non l’ho più sentito e sono andato dal mio avvocato per fare denuncia. I soldi? Mai restituiti. La macchina? Purtroppo non l’ho mai vista”.

Il processo è stato aggiornato al prossimo 30 giugno. 

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