27 Aprile 2024 20:37

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27 Aprile 2024 20:37

Imperia: l’imputato non sa l’italiano, il processo è da rifare. Il caso in Tribunale

In breve: Imperia: stop al processo, l'imputato non sa l'italiano e non sapeva nulla delle accuse a suo carico

L’imputato non conosce l’italiano e il processo è da rifare. Succede a Imperia, dove un 23enne iracheno, alla sbarra per rapina e lesioni, si è visto annullare il processo su richiesta del proprio legale, l’avvocato Ramadan Tahiri.

Imperia: stop al processo, l’imputato non sa l’italiano e non sapeva nulla delle accuse a suo carico

In apertura del processo, davanti al collegio composto dai giudici Carlo Alberto Indellicati, Francesca Minieri e Antonio Romano, l’avvocato Tahiri ha sollevato un’eccezione di improcedibilità legata al fatto che al suo assistito, un 23enne iracheno, non era stato garantito il diritto alla difesa in quanto gli atti notificati a mano in italiano, lingua a lui sconosciuta. 

Nel dettaglio, al 23enne iracheno, accusato di aver rapinato un connazionale a Ventimiglia con l’ausilio di un coltello, causandogli lesioni ritenute guaribili in 20 giorni, l’avviso di conclusione delle indagini preliminari e il decreto di fissazione dell’udienza preliminare erano stati notificati a mano in lingua italiana.

Tant’è che il 23enne, all’oscuro del contenuto degli atti, non si era presentato in udienza e non aveva nemmeno contattato un legale (poi nominato d’ufficio dal Tribunale), venendo rinviato a giudizio. Solo a quel punto, ovvero con l’invito a comparire per l’inizio del processo, l’atto è stato notificato tradotto in arabo al 23enne (nel frattempo finito in carcere per altri reati)  che è così venuto a conoscenza del procedimento.

L’eccezione è stata accolta dal collegio che ha annullato il processo rinviando gli atti al Gup.

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