26 Aprile 2024 17:32

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26 Aprile 2024 17:32

Processo Breakfast, Scajola “spiato” dalla DIA commenta: “Le Forze dell’Ordine possiedono “Topolino” scassata, e mai una Mercedes Station Wagon”

In breve: Scajola è stato condannato a due anni di reclusione (pena sospesa) per inosservanza della pena legata alla latitanza dell'ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena. 

“Le Forze dell’Ordine possiedono «Topolino” scassata, e mai una «Mercedes Station Wagon”. Questo il pensiero del sindaco di Imperia Claudio Scajola, ex Ministro dell’Interno ed ex presidente del Copaco (il Comitato parlamentare per i servizi d’informazione e sicurezza) contenuto all’interno della sentenza relativa al processo “Breakfast”. Scajola è stato condannato a due anni di reclusione (pena sospesa) per inosservanza della pena legata alla latitanza dell’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena. 

Nelle carte dell’inchiesta si fa riferimento ad un episodio, accaduto il 7 febbraio del 2014, cheha attirato l’attenzione di Chiara Rizzo e che mette in allarme Scajola”, ovvero la presenza di un uomo appostato all’interno di un’auto davanti al suo ufficio in viale Matteotti, intento a fotografare lui e Chiara Rizzo.

La Rizzo – si legge nella sentenza – nota posteggiata al lato opposto della strada una Mercedes che le sembra essere quella utilizzata da un uomo della scorta di Scajola, che, tuttavia, non avrebbe dovuto sostare in quel momento in quel luogo.

Claudio Scajola si sincera così direttamente con il Bernardi, il quale gli dice di trovasi in QuesturaAccertato che non fosse l’autovettura di Bernardi, si pongono il problema di chi potesse essere la persona che li aveva fotografali e quindi ipotizzano che potesse essere un giornalista, una persona che loro denominano “Piccardo”.

I sospetti dell’ex segretaria Roberta Sacco

La Sacco (l’ex segretaria di Scajola condannata a un anno e se mesi di carcere -pena sospesa – con rito abbreviato, ndr) ipotizza la possibilità che si possa trattare di un servizio di appostammo legato ad un’attività intercettiva (evidentemente cogliendo nel segno!!!), ipotesi erroneamente scartata da Scajola, il quale evidenziava la mancanza di beni strumentali, come autovetture di grossa cilindrala da parte della Polizia.

In particolare, secondo Scajola non poteva trattarsi dell’Ispettore Bracco della Polizia Postale della Sezione di Imperia. che, secondo quanto emerso e seguito di approfondimenti si era occupato di una serie di indagini nei confronti di Claudio Scajola.

“Claudio Scajola e Roberta Sacco ritornano sempre sull’argomento relativo alla persona appostata in macchina, che ha fotografato Rizzo e Scajola. In un primo momento, ritorna l’ipotesi del Bernardi, quindi, i due ipotizzano che possa trattarsi di un investigatore privato assoldalo eventualmente dalla moglie di Claudio Scajola, l’ultima ipotesi è che potesse essere un giornalista, e sull’ipotesi giornalista fanno i nomi di Piccardo o Mangraviti.

Scajola esclude le forze dell’ordine e punta sulla stampa

In ogni caso, Claudio Scajola dice che si sarebbe accertato se potesse essere un giornalista cercando di saperlo rivolgendosi ad altri colleghi. L’ultima ipotesi, quella delle Forze dell’ordine, di fatto viene meno creduta da Claudio Scajola, sempre avendo riguardo alla tipologia del mezzo usato in quanto Scajola afferma che le Forze dell’Ordine possiedono «Topolino” scassata, e mai una «Mercedes Station Wagon”.

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