27 Aprile 2024 02:55

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27 Aprile 2024 02:55

Imperia, concorsi truccati Rivieracqua: “Nessun indebito profitto”. Ecco perché è stata ridotta la pena in Appello/Le motivazioni

In breve: Concorsi truccati Rivieracqua, condanna ridotta in Appello, ecco le motivazioni.

Nel settembre scorso la Corte d’Appello di Genova ha riformulato la sentenza di primo grado, emessa dal Gup del Tribunale di Imperia Anna Bonsignorio,  nell’ambito del processo relativo ai concorsi truccati di Rivieracqua, la società pubblica che gestisce il servizio idrico integrato in alcuni comuni della provincia di Imperia.

Nel dettaglio, la Corte ha ridotto la pena nei confronti di Fabio Cassella (difeso dall’avvocato Massimo Cassella), riducendola da 1 anno e 4 mesi a 6 mesi, e ha assolto (per la particolare tenuità del fatto) Francesca Mangiapan (in primo grado condannata a 1 anno).

Imperia: concorsi truccati Rivieracqua, condanna ridotta in Appello, ecco le motivazioni

Per quel che concerne Fabio Cassella, la Corte conferma la penale responsabilità dell’imputato per il reato di rivelazione di segreti d’ufficio (art.326 del codice penale).

“La responsabilità di Cassella –  si legge – si fonda sulla circostanza che egli ha palesemente sollecitato, quindi istigato, o indotto, Saldo a rivelargli il contenuto delle prove di esame, rivelazione che corrispondeva a un suo preciso interesse”.

La riduzione della pena è stata stabilita in quanto contestato il comma 1 dell’art 326, ma non il comma 3, come ipotizzato dagli inquirenti e confermato in primo grado dal Tribunale di Imperia. Di fatto, è stata esclusa l’aggravante.

Il terzo comma, infatti, viene contestato qualora il “pubblico ufficiale si avvalga delle notizie per conseguire un indebito profitto patrimoniale, oppure qualora il fatto sia commesso per conseguire un ingiusto profitto non patrimoniale o per causare ad altri un danno ingiusto”.

Fattispecie esclusa dalla Corte, che precisa, facendo riferimento a una sentenza della Cassazione: La fattispecie di cui al comma 3 riguarda l’illegittimo avvalersi da parte del pubblico ufficiale, che lo sfrutti per profitto patrimoniale o non patrimoniale, non del valore economico eventualmente derivante dalla rivelazione del segreto […] Specifica fattispecie incriminatrice, distinta dalla semplice rivelazione indebita della notizia coperta da segreto d’ufficio ed avente come proprio nucleo fondante l’utilizzazione illegittima della notizia stessa, implica che tale utilizzazione debba concretarsi in un’azione diversa dalla mera trasmissione della notizia ad estranei all’ufficio […]”.

La Corte conclude che “perché essa sia integrata, occorre che l’utilizzazione illegittima della notizia coperta dal segreto di ufficio si concreti in una condotta di autonomo e diretto sfruttamento o impiego da parte del pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio […] circostanze tutte, con ogni evidenza, non ravvisabili nel caso in esame”.

Secondo quanto enunciato dalla Corte, citando la Cassazione, l’aggravante si configurerebbe solo nel caso in cui, di fatto, venisse dimostrato l’indebito profitto di chi ha fornito le rivelazioni e non di chi ne è stato destinatario. 

Una valutazione, quella della Corte, sul comma 3, che porterà, come diretta conseguenza, a una riduzione della pena anche per i due principali imputati, Gabriele Saldo, ex direttore generale, e Federico, Fontata, ex presidente della Commissione d’Esame (in primo grado condannati rispettivamente a ), le cui posizioni saranno definite nel corso delle prossime udienze.

Concorsi truccati Rivieracqua – L’inchiesta

L’inchiesta sui concorsi di Rivieracqua, poi sfociata nel processo, mirava a far luce su presunte “anticipazioni” fatte trapelare dalle Commissioni esaminatrici circa gli argomenti oggetto delle prove di esame per i concorsi pubblici banditi dalla società incaricata della gestione del servizio idrico integrato.

Gli imputati

Gabriele Saldo (ex consigliere regionale e direttore generale di Rivieracqua), Federico Fontana (professore universitario, e presidente della Commissione d’esame), Fabio Cassella (ex dipendente di Rivieracqua), Giorgio Negro (ex coordinatore amministrativo di Rivieracqua e ex membro della Commissione d’esame), Flavia Carli (ex dipendente Ast), Gianluca Filippi, il padre Marco Filippi Francesca Mangiapan (dirigente provinciale ai servizi istituzionali e sistema informativo).

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