8 Maggio 2024 21:39

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8 Maggio 2024 21:39

Morte Martina Rossi: a Genova processo per favoreggiamento. “Difesa punta a prescrizione. Verità cancellata per costruirne un’altra” / Foto e video

In breve: Due giovani aretini, Federico Basetti ed Enrico D’Antonio, sono accusati di falsa testimonianza e favoreggiamento.

“La difesa cerca tutti i sistemi per andare in prescrizione e non affrontare i problemi. Questo processo è stato ricostruito. La verità è stata cancellata ed è stata ricostruita un’altra, pezzo per pezzo. Questo il commento di Bruno Rossi, il papà di Martina (la studentessa imperiese morta il 3 agosto 2011 a Palma di Maiorca, precipitando dal balcone di un hotel mentre era in vacanza) al termina della prima udienza, svoltasi questa mattina a Genova, in via del Seminario, del processo che vede sul banco degli imputati due giovani accusati di favoreggiamento e falsa testimonianza.

Fuori dall’aula, per sostenere la famiglia di Martina, presente anche un gruppo di amici e attivisti di diverse realtà, tra cui Casa dei Popoli (la cui sede in Valpolcevera è stata intitolata proprio a Martina Rossi) e Non Una di Meno. 

Morte Martina Rossi: processo per falsa testimonianza a Genova

Si tratta, lo ricordiamo, di un processo costola nato a margine del procedimento principale (nell’ambito del quale Albertoni e Vanneschi sono in attesa del giudizio di Appello Bis), che vede sul banco degli imputati altri due giovani aretini, Federico Basetti ed Enrico D’Antonio.

I due, nell’agosto del 2011, si trovavano in vacanza nello stesso hotel dove sono avvenuti i fatti e, la notte della tragedia, si trovavano in compagnia delle due amiche di Martina, nella camera delle ragazze.

Entrambi sono accusati di falsa testimonianza e favoreggiamento. Secondo la Procura, infatti, Basetti e D’Antonio avrebbero cercato di coprire gli amici Albertoni e Vanneschi, rilasciando dichiarazioni non veritiere agli inquirenti di Genova quando furono sentiti come persone informati sui fatti.

Bruno Rossi, padre di Martina

“È stata una giornata importante, si è parlato delle procedure e delle date del processo. È chiaro che la difesa cerca tutti i sistemi per andare in prescrizione, ma anche per non affrontare i problemi.

Esiste un collegamento fra la mancata dichiarazione dei ragazzi, le bugie che hanno raccontato e la lunghezza del processo stesso. Questo processo è stato ricostruito.

La verità è stata cancellata, è stata ricostruita un altra, pezzo per pezzo. Ci sono tutta una serie di elementi e dichiarazioni che hanno portato da una parte la lunghezza, ma dall’altra anche all’assoluzione.

A Firenze Albertoni e Vanneschi sono stati addirittura assolti per non aver commesso il fatto. Durante la gestione delle cose, alcuni avevano detto delle bugie ai giudici, ai poliziotti, agli amici, alla stampa. Delle bugie in giro, che sono diventate difficili da smontare”.

Sono passati quasi 10 anni?

La vita non gliela possiamo più dare. Che cosa ci aspetta al di la dell’onore, al di là del pensare che casi come Martina non ci sono più? Per chi come me ha fatto la battaglia nella sua vita per migliorare questo mondo l’obiettivo è cercare di difendere le donne, i deboli, i vecchi, gli extracomunitari, tutte le persone che soffrono. Che questa tragedia possa almeno servire per far si che altre non si ripetano ingiustizie, almeno in una maniera uguale.

Questa è una fotografia di quella che è la nostra società, di quello che vivono i ragazzi, che vivono i vecchi. Difficoltà che non possono essere risolti da nessuno se ognuno di noi non si da una mano l’uno con l’altro. Questa solidarietà è necessaria, è fatta anche di sensibilità, perchè per avere la voglia di impegnarsi di fronte a cose che non danno niente al di la degli aspetti morali.

Mi viene in mente mio papà che mi ha fatto diventare grande, come io ho fatto diventare grande Martina in un mondo dove spazio per lei non c’è stato. Questa è una cosa incredibile”.

Un commento sulla sentenza di Cassazione?

“Ha cancellato per intero il processo, ha risistemato alcuni fatti e alcune bugie che sono state dette. Ha indicato alla Corte d’appello non tanto l’analisi del merito ma dicendo che queste sono bugie.

Io vedo questo processo difficile come tutti gli altri , però in discesa. In discesa per arrivare in fondo a riprendere, ripristinare quello che era Martina, rivedere la sua faccia , la sua contentezza, la sua voglia di vivere. L’hanno distrutta. Io non le ero vicino. Quando penso che l’hanno ammazzata, che le hanno tirato un pugno nella faccia e io non ero vicino divento matto . Ero il suo papà.

Sono queste le cose che io ripeto sino alla nausea, tutto si intreccia. Se non smontiamo alcuni pezzi, se non aumentiamo le sensibilità, un domani ci troviamo sempre difronte a un altro punto.

L’appello bis comincerà il 7 a Firenze continuerà il 14. Sono convito di riuscire ad arrivare a una ragione.”

Avvocato Savi

“Oggi sono state sollevate dai difensori degli imputati delle obiezioni. Hanno lamentato di non aver ricevuto un secondo avviso di conclusione delle indagini. Ho ribattuto che a mio parere ciò non è fondato, il giudice si è riservato. Cosa può succedere? Se l’eccezione venisse accolta il fascicolo torna al Pubblico Ministero. Se l’eccezione è respinta calendarizziamo e andiamo avanti.

Prescrizione? Il reato per ora è sospeso, è un po’ più lunga. Noi siamo tranquilli. Ci vorrebbero almeno altri due anni, ma sino a che non si decide questa questione, se il fascolo dovesse tornare indietro, rimane tutto sospeso e andiamo avanti così.

È una questione legata ad una notifica, che a nostro avviso non è necessaria.

I testimoni non verranno citati per adesso, sino a che non viene sciolto questo nodo”.

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