20 Aprile 2024 03:47

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20 Aprile 2024 03:47

Morte Martina Rossi: il 7 ottobre la Cassazione. Flash mob a Imperia di Non Una di Meno. “Vogliamo giustizia e verità. È un calvario che dura 10 anni”/Foto e Video

In breve: L’udienza di Cassazione è l’ultimo atto di un iter giudiziario lungo 10 anni.

“Siamo ancora qui per reclamare giustizia e verità per Martina Rossi. È un calvario che dura 10 anni” – Queste le parole dei manifestanti che, nel pomeriggio di oggi mercoledì 6 ottobre, si sono riuniti in piazza Dante a Imperia, in vista della sentenza di Cassazione per la morte della studentessa imperiese Martina Rossi, attesa per domani giovedì 7 ottobre 2021.

Imperia: morte Martina Rossi, il 7 ottobre la Cassazione

Alla sbarra, per il reato di tentata violenza sessuale, Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, condannati in Appello bis a tre anni di carcere. Secondo l’accusa Martina precipitò dal balcone nel tentativo di sfuggire a un tentativo di stupro da parte dei due giovani imputati.

L’udienza di Cassazione è l’ultimo atto di un iter giudiziario lungo 10 anni. Il reato di tentata violenza sessuale si prescriverà il prossimo 16 ottobre. In caso di un ulteriore rinvio (dopo quelli del 22 luglio e del 26 agosto scorsi), dunque, la giustizia italiana non sarà più in grado di stabilire la verità sulla morte di Martina Rossi.

Domani gli inviati di ImperiaPost seguiranno l’udienza in diretta da Roma. Seguiteci per tutti gli aggiornamenti.

Carmela Alampi – Non una di meno

“Siamo ancora qui, parlo a nome di Non una di Meno e come cittadina e donna sono qui a reclamare giustizia e verità per Martina Rossi.

C’è una verità processuale che si è fatta strada negli anni, al di la delle minacce di prescrizione e dell’archiviazione del reato di omicidio, una verità a cui hanno diritto i genitori di Martina, che ci chiedono ancora oggi di stargli vicini.

Siamo qui perchè anche altre donne non continuino a perdere la vita e non ottenere giustizia nelle aule.

Siamo con loro, è un calvario che dura 10 anni e ancora una volta ci si aggrappa a mezzi come la prescrizione da parte della difesa. Quello che è previsto dalla legge si scontra con una realtà terrificante che non ha dato ancora adesso una sentenza definitiva.

Siamo ancora una volta a rivendicare un diritto alla verità, alla giustizia, che noi purtroppo riconosciamo per come sono andate le cose.

Ancora una volta le donne devono difendersi più che nelle aule di giustizia, attraverso i mass media e non ottenere quello che normalmente spetterebbe di ottenere.

Siamo qui per sensibilizzare tutte le altre donne perchè si reagisca comunque alla violenza e perchè non ci si arrenda difronte a episodi di natura giudiziaria come quelli che hanno caratterizzato purtroppo la vicenda di Martina.

Noi siamo con lei, con i suoi genitori e siamo con tutte le donne che subiscono violenza”.

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