28 Aprile 2024 08:44

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28 Aprile 2024 08:44

Liguria: “Le mani delle cosche sui fondi PNRR”. La direzione antimafia lancia l’allarme

In breve: Nell'ultima relazione antimafia confermata la presenza di due locali dell'ndrangheta nell'imperiese.

“E’ ragionevole supporre che le mafie individuino nelle risorse del PNRR un obbiettivo di interesse primario considerando che, anche per la Regione Liguria, sono previsti il finanziamento di grandi opere e di nuovi progetti”. Lo scrive la Direzione Nazionale Antimafia nell’ultima relazione semestrale.

Liguria: “Le mani delle cosche sui fondi PNRR”. La direzione antimafia lancia l’allarme

“Nel periodo considerato, nessuna variazione ha innovato il quadro di riferimento relativo alla presenza della ‘ndrangheta nella provincia di Imperia– si legge nella relazione – ove l’epilogo giudiziariamente consolidato dell’indagine ‘La Svolta’ ha documentato l’esistenza di due locali di ‘ndrangheta, rispettivamente, operanti a Ventimiglia e Bordighera. A capo del locale di Ventimiglia vi sarebbero i Marcianò di Delianuova (RC), propaggine delle cosche Piromalli e Mazzaferro della piana di Gioia Tauro (RC), mentre il locale operante a Bordighera (IM) farebbe riferimento al gruppo Barilaro-Pellegrino, espressione della cosca Santaiti-Gioffrè di Seminara (RC).
Nella stessa area di proiezione, si segnala l’operatività a Sanremo (IM) di un soggetto legato alla cosca Gallico di Palmi (RC), coinvolto in plurime vicende giudiziarie per narcotraffico lungo l’asse Italia/Francia.

In merito alle locali di Ventimiglia e Bordighera, la relazione precisa che “originariamente collegate, in considerazione del diverso modus operandi, hanno finito per rendersi progressivamente autonome: la strategia della ‘mimetizzazione’ e del ‘basso profilo’ è stata perseguita dai Marcianò, mentre il gruppo Barilaro-Pellegrino negli anni ha esercitato nell’area di Bordighera un pressante controllo del territorio con modalità tipicamente mafiose”.

La Liguria

“Gli esiti giudiziari delle più significative indagini antimafia relative al territorio ligure – si legge nella relazione – hanno documentato che la criminalità mafiosa calabrese rappresenta il principale fenomeno criminale autoctono presente in loco con proprie articolazioni strutturate e, nello specifico, i locali di Genova e Lavagna (GE), Ventimiglia e Bordighera (IM), indicando nella “Liguria2 una macro-area sottoposta al controllo delle cosche calabresi ivi insediate”.

“La crisi energetica e l’aumento generalizzato dei prezzi al consumo rischia di riflettersi negativamente sia sulle imprese operanti nei settori energivori, sia sulle economie familiari, nonché sul credito ai consumatori, nonostante l’indubbio miglioramento del quadro economico generale registrato – avverte la relazione – L’economia mafiosa, abile a sfruttare le debolezze congiunturali per proporsi quale infrastruttura supplementare del credito ed acquisire nuove fonti di arricchimento, potrebbe verosimilmente cercare nuove brecce nel sistema economico, provando ad acquisire quelle realtà imprenditoriali sane che, stante il sopravvenuto aumento dei costi fissi di produzione ingenerato dallo shock della componente energetica, venissero a trovarsi in carenza di liquidità per la prosecuzione dell’attività di impresa. Appare pertanto verosimile che il ricorso al credito abusivo possa sensibilmente incrementarsi, determinando fenomeni di carattere usurario che renderebbero agevole l’insinuazione nelle proprietà delle aziende in difficoltà finanziarie alle consorterie mafiose, sempre pronte a immettere capitale di provenienza delittuosa nel circuito economico legale, riciclandolo e reimpiegandolo in attività lecite.

Si aggiunga a ciò che gli scali marittimi della Liguria possono costituire per la criminalità organizzata snodi privilegiati per l’importazione di ingenti quantitativi di cocaina, fenomeno rispetto al quale la mafia di matrice calabrese ha saputo stabilire, nel tempo, proficue relazioni criminali a livello internazionale con i narcos sudamericani”.

I sodalizi criminali stranieri in Liguria

Tutte le aree liguri vedono poi l’operatività di sodalizi criminali stranieri, spesso costituiti da extracomunitari irregolari, di etnia africana, sudamericana o dell’est Europa, operanti in attività illecite anche molto diversificate, ma principalmente riconducibili alla commercializzazione di stupefacenti dove le organizzazioni albanesi si collocano a un livello superiore, in quanto si sono dimostrate ben strutturate a livello internazionale e capaci di interloquire direttamente con i cartelli sudamericani per l’importazione, dai paesi tradizionalmente produttori, di ingenti quantità di cocaina.

In merito alle attività illecite, il settore di primario interesse della criminalità si concentra sul traffico di stupefacenti che, per la conformazione geografica del territorio, trova negli scali marittimi regionali snodi privilegiati per l’importazione di ingenti quantitativi di cocaina, provenienti dal Sudamerica“.

I collegamenti tra Ventimiglia e la Francia

“Ormai esponenti della ‘ndrangheta che inizialmente si erano impiantati in Liguria si sono spostati nella Costa Azzurra, vista come naturale continuità lungo la costa del mar Ligure, andando a stabilirsi in città come Nizza, Mentone, Cannes, ove attualmente sembrerebbe presente una seconda generazione di mafiosi calabresi.

Le evidenze investigative acquisite, nell’ambito di importanti attività d’indagine degli ultimi decenni, hanno documentato in provincia di Imperia – territorio storicamente fortemente ‘colonizzato’ da proiezioni extraregionali di cosche calabresi ivi trasferitesi spesso per motivi di giustizia – l’operatività di una articolazione di ‘ndrangheta, ovvero il ‘locale’ di Ventimiglia, centro di potere strategico per le numerose ‘ndrine attive nel territorio e con funzioni di ‘Camera di passaggio’, cioè di raccordo con le analoghe strutture attive in Costa Azzurra.

In estrema sintesi si può monitorare la presenza di diversi clan appartenenti alla ‘ndrangheta attivi sul fronte francese: a Mentone si trovano i Pellegrino, a Nizza le ‘ndrine Pesce e Bellocco di Rosarno e Italiano, Papalia, Palumbo di Delianuova, a Grasse i Molè Piromalli, ad Antibes i Palumbo, Italiano di Delianuova, a Cannes gli Stanganelli di Rosarno, a Pegomas i Pesce, a La Seyne sur-Mer e Ollioules, vicino Tolone i Morabito.

In merito all’attività di narcotraffico ad opera di qualificati referenti di cosche di ‘ndrangheta, recenti attività investigative hanno acclarato il totale inserimento della famiglia mafiosa dei Gallico di Palmi (RC), in un’attività di traffico di stupefacenti ed armi tra l’estremo ponente ligure e la Costa Azzurra (Francia). In particolare è stato accertato che il citato sodalizio, avvalendosi della capacità intimidatoria della ‘ndrina Magnoli di Rosarno (RC), proiezione ultranazionale della cosca Piromalli-Molè, da tempo attiva in Vallauris (Francia), riusciva a movimentare da e per l’estero grandi quantitativi di cocaina, ma anche hashish e marijuana.

Nella attigua riviera francese gli investimenti nei settori immobiliari e dell’intrattenimento effettuati dai clan calabresi, in particolare quelli perpetrati dalla cosca ‘Raso-Gullace-Albanese’ di Cittanova (RC) erano emersi con l’attività di indagine denominata ‘Alchemia’ che il 2 agosto 2022, ha dato luogo ad un decreto di confisca del Tribunale di Reggio Calabria, eseguito a Limbadi (VV), dal locale Centro Operativo DIA nei confronti di un affiliato al citato clan reggino”.

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