29 Aprile 2024 14:54

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29 Aprile 2024 14:54

“Ndrangheta, a Diano Marina primo caso di minore coinvolto nel traffico di droga”. Commissione Antimafia, il Procuratore Piacente lancia l’allarme

In breve: Lo ha detto il Procuratore Capo di Genova Nicola Piacente nel corso della propria audizione davanti alla Commissione Parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie. 

“Abbiamo una famiglia emergente, Gioffrè-De Marte, collocata da tempo a Diano Marina, che si è avvalsa per il traffico di stupefacenti, anche nei rapporti con l’acquirente, di un minorenne. Questo è l’elemento significativo che per la prima volta è emerso in Liguria. Un ragazzo minorenne, colpito anch’egli da una misura cautelare, richiesta al Tribunale dei Minori, per gli stessi reati contestati ai maggiorenni. Un sodale stabile dell’organizzazione. Questo dovrebbe indurre a riflettere su un segnale di allarme significativo”. Lo ha detto il Procuratore Capo di Genova Nicola Piacente nel corso della propria audizione davanti alla Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie.

Il riferimento è all’Operazione Ares condotta dalla Guardia di Finanza di Imperia, in collaborazione con la Direzione Antimafia di Genova, contro il traffico di sostanze stupefacenti gestito, secondo gli inquirenti, dalla famiglia De Marte-Gioffrè e dal gruppo criminale ad essa legato.

Diano Marina: l’allarme dei Procuratore di Genova alla Commissione Antimafia. “Nel ponente ligure primo caso di minore coinvolto dalla ‘ndrangheta nel traffico di stupefacenti”

“A Diano Marina – ha spiegato Piacente – nell’estremo ponente ligure, abbiamo avuto un’operazione con la contestazione, nell’ambito della gestione del traffico e della vendita di sostanze stupefacenti, del metodo mafioso. Abbiamo avuto arresti per l’articolo 74, associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, con l’aggravante del 416 bis, il metodo mafioso.

Abbiamo una famiglia emergente, Gioffrè-De Marte, collocata da tempo a Diano Marina che si è avvalsa per il traffico di stupefacenti, anche nei rapporti con l’acquirente, di un minorenne. Questo è l’elemento significativo che per la prima volta è emerso in Liguria. Un ragazzo minorenne, colpito anch’egli da una misura cautelare richiesta al Tribunale dei Minori, per gli stessi reati contestati ai maggiorenni. Un sodale stabile dell’organizzazione. Questo dovrebbe indurre a riflettere su un segnale di allarme significativo.

C’è un panorama che riguarda la delinquenza minorile che comincia a mutare. Perché non abbiamo più le bande minorili dedite a rapine o a episodi di cyberbullismo verso coetanei, ma stiamo avendo un salto di qualità con il coinvolgimento di un minore in un traffico importante di sostanze stupefacenti. Si tenga conto che a Diano Marina abbiamo sequestrato più di 800 mila euro.  Costituisce per il nostro territorio un episodio particolarmente significativo, i ragazzi, i minorenni,  inseriti nell’ambito di cosche, di ambienti di criminalità organizzata, non sono più appannaggio del sud.

Noi dovremmo ripensare completamente all’attuazione dell’articolo 371 bis. I coordinamenti delle grandi indagini sulla criminalità organizzata dovrebbero cominciare a svilupparsi anche con il coinvolgimento delle Procure dei Minori. A Diano Marina avevamo forme di intimidazione verso gli acquirenti nell’ambito del recupero crediti, in controtendenza con una ndrangheta che si sta trasformando in mafia silente, non in mafia che deve necessariamente manifestarsi con forme di intimidazione.

Avevamo reati spia scoperti durante le intercettazioni. Gli acquirenti venivano intimiditi per il pagamento immediato dello stupefacente con il riferimento all’appartenenza dei De Marte-Gioffrè. Attraverso l’intimidazione, con riferimento allo spessore criminale di un contesto familiare presente da tempo a Diano Marina, abbiamo avuto l’unico caso di aggravante mafiosa nell’ambito del traffico di stupefacenti. Questo connota il ponente ligure ancora una volta in un ambito di manifestioni violente delle organizzazioni criminali riconducibili alla ‘ndrangheta rispetto al resto del territorio ligure”.

I reati spia

“Occorre riflettere e approfondireha spiegato Piacente – i cosiddetti reati spia, che possono indicare una possibile infiltrazione delle mafie nel tessuto economico, alla luce del fatto che la criminalità organizzata è sempre più silente, sommersa. Sono sempre meno i casi di incendi dolosi, intimidazioni a professionisti o amministratori. Bisogna approfondire il ruolo delle criminalità nell’ambito dell’economia. E quindi individuare come reati spia le turbative d’asta, la corruzione tra privati e i reati in materia societaria. Nel momento in cui ci si rende conto che in contesti territoriali c’è una sola impresa che sta assumendo forme di monopolio, e se è legata a famiglie storiche della criminalità, allora quella può essere un allarme e un input per approfondire”. 

 

 

 

 

 

 

 

 

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