26 Aprile 2024 07:29

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26 Aprile 2024 07:29

IMPERIA. SISTEMA FOGNARIO, VIA AL PROCESSO A CARICO DI STRESCINO, SAPPA, ENRICO E CONTI/ECCO LA LISTA DEI TESTIMONI

In breve: Si è aperta con un rinvio al prossimo 22 gennaio 2015 la prima udienza del processo per omissione di atti d'ufficio a carico di Luigi Sappa, Paolo Strescino, Giuseppe Enrico e Carlo Conti

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Si è aperta questa mattina con un rinvio la prima udienza del processo per omissione di atti d’ufficio a carico del presidente della Provincia ed ex Sindaco di Imperia Luigi Sappa, dell’assessore, ex Sindaco, Paolo Strescino, del dirigente del settore Cultura del Comune di Imperia Giuseppe Enrico e dell’ex direttore generale della Porto di Imperia Spa Carlo Conti.

Nel dettaglio, Sappa, Strescino, Enrico e Conti sono stati rinviati a giudizio dal Gup Fabio Favalli perché “omettevano di richiedere la necessaria autorizzazione nonché di procedere al trattamento delle acque reflue fognarie, determinando una situazione di inquinamento”.

L’udienza è stata rinviata al prossimo 22 gennaio 2015. Nel frattempo sono state depositate dal PM e dagli avvocati difensori le liste dei testimoni.

PM: Ivan Bracco, Pierre Marie Lunghi, Agostino Moriano, Alessandro Palmeriri, Sabatino Marchione.

DIFESA SAPPA: Stefano Puppo, Angelo Gallea, Agostino Moriano, Enrico Lauretti, Paolo Calzia, Antonino Scarella.

DIFESA ENRICO: Patrizia Migliorini, Enrico Lauretti, Anna Garibbo, Armando Vaccari, Angelo Gallea, Giampaolo Filippo, Paolo Degl’Innocenti, Maurizio Saglietto, Giovanni Amoretti.

DIFESA STRESCINO: Maria Vittoria Bertetti, Paolo Calzia, Paolo Degl’Innocenti, Angelo Gallea.

LA VICENDA

L’inchiesta della Procura è partita a seguito delle rilevazioni dell’Arpal su campioni di acqua di mare lungo la costa imperiese. In alcuni casi i parametri avrebbero superato del 100% i limiti di legge. Nel mirino degli inquirenti, i Carabinieri del Noe, Nucleo Operativo Ecologico, il sistema fognario e, in particolare, la mancanza di autorizzazione da parte della Provincia per gli scarichi di emergenza delle fogne e la mancanza, all’epoca, di un depuratore in funzione nel capoluogo. I militari avevano anche disposto il sequestro (valido però solo dal punto di vista giuridico, ovvero le strutture sono sempre state funzionanti) degli “sfioratori” ex ferriere foce Impero, San Lazzaro, foce torrente Caramagna, Barbarossa e ex ferriere Argine Destro.

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