27 Aprile 2024 03:33

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27 Aprile 2024 03:33

Caso Go Imperia. Appalti ai consiglieri, no alle dimissioni. Scajola:”Nessuna incompatibilità”

In breve: Il sindaco Scajola oggi ha sciolto le riserve annunciando che dagli approfondimenti del Comune è emerso che non vi sarebbe alcun tipo di incompatibilità.

“Alla luce dei nostri approfondimenti, per quanto compete a questo consiglio comunale e a questa amministrazione, non sussistono i presupposti di legge per alcun procedimento di decadenza”. Lo ha affermato il sindaco Claudio Scajola al termine della discussione sui casi di presunta incompatibilità per quel che concerne i consiglieri comunali che nel febbraio scorso si erano aggiudicati le gare di appalto per la gestione dei servizi di pulizia e di manutenzione degli impianti elettrici (cui si era aggiunto il caso del consigliere Paolo Ornamento).

Mentre il consigliere Giuseppe Falbo nelle settimane scorse aveva annunciato di voler rinunciare all’appalto per rimanere in consiglio comunale, il consigliere Giovanni Montanaro ha atteso le verifiche di natura burocratico-amministrative da parte del Comune di Imperia.

Il sindaco Scajola oggi ha sciolto le riserve annunciando che dagli approfondimenti del Comune è emerso che non vi sarebbe alcun tipo di incompatibilità.

Caso Go Imperia in Comune: la discussione

Giovanni Montanaro

“Ho lavorato per tutte le aziende che hanno costruito e gestito il porto, perdendo anche molti soldi. Tutto questo mi è costato anni di impegno e fatica. Ho sempre vissuto in piena trasparenza, per rispetto della mia persona, della mia famiglia e delle persone che mi hanno votato, comunico che è mia intenzione chiede di svolgere la seduta a porte aperte”.

Approvata la mozione d’ordine all’unanimità.

Maria Nella Ponte

“La notizia ha fatto scalpore perché Go Imperia è una società al 100% partecipata dal Comune di Imperia. Il Comune ha affidato senza gara pubblica a Go Imperia la gestione del porto. Il Comune esercita il controllo sulla città, ciascun consigliere ha diritto di accesso libero ai documenti. Io stessa ho avuto accesso ai documenti e alle informazioni che mi servivano. Sono venuta a conoscenza del fatto che in data 5 marzo è stata inoltrata una richiesta di fornire entro una settimana la dichiarazione di non sussistenza di eventuali cause di incompatibilità per procedere all’affidamento definitivo dell’appalto.

Go Imperia ha dovuto prorogare gli appalti già esistenti. In giugno e luglio 2018 era in essere una causa di incompatibilità, perché il testo unico delle società partecipate parla in maniera chiara.

Si ravvisa incompatibilità perché il soggetto che rappresenta l’amministrazione non può essere contemporaneamente titolare di un appalto di una società del Comune che rappresenta. Può esserci un potenziale conflitto di interessi. La stessa persona si trova a dover scegliere allo stesso momento tra il migliore interesse per la sua azienda e per il Comune che rappresenta.

L’incompatibilità può essere sollecitata da ciascun cittadino e si può dichiarare la decadenza del consigliere coinvolto. I documenti parlano chiaro, le fatture ci sono.

Bisogna rispettare le regole in maniera spontanea, senza aspettare le sentenze. Chiedo che venga fatto un atto di responsabilità da parte delle persone coinvolte e che venga riportata alla normalità una situazione che è andata avanti anche troppo a lungo”.

Guido Abbo

“Il mio intervento sarà fatto con il massimo rispetto delle persone coinvolte. Se c’è incompatibilità, qualcuno la deve rilevare. Non è il mio ruolo. Ritengo di essere intransigente nei miei confronti. Se fossi in condizione di imbarazzo cercherei di rimuoverla”.

Claudio Scajola

“Sul piano personale io ritengo che il consigliere Montanaro, come tutti gli altri, abbia avuto l’incarico di consigliere attraverso un voto libero dei cittadini imperiesi. Ritengo, sul piano personale, che il consigliere Montanaro sia una persona degna e di valore, corretta, onesta, gran lavoratore, che si è fatto da solo, ha una famiglia in ordine, ha contribuito alla costruzione del porto e ci ha anche rimesso.

Io ho provato a fare quello che era nelle competenze di questo Comune. Ho studiato da solo e con l’avvocato Fossati, poi mi sono consultato con alcuni avvocati del mestiere, poi con il Ministero dell’Interno. Da ultimo, con il segretario comunale, il notaio della nostra assemblea. Il segretario comunale ci ha lavorato e mi ha consegnato in data 27 marzo il suo approfondito studio, la sua conclusione e la sua firma, senza che io avessi chiesto di metterla per iscritto. Poi ho parlato con il consigliere Montanaro, il quale mi ha detto “voglio levare il disturbo, non voglio dare fastidio all’amministrazione comunale. Non posso lasciare l’attività economica che svolgo sul porto, perché è un’attività fondamentale per dare da mangiare alla mia famiglia e ai miei figli. Quindi pur dispiacendomi, me ne vado dal consiglio”.

Io ho risposto che avrei valutato e di non prendere decisioni affrettate.

Alla luce dei nostri approfondimenti, per quanto compete a questo consiglio comunale e a questa amministrazione, non sussistono i presupposti di legge per alcun procedimento di decadenza”.

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